Nel silenzio generale, senza proclami né fanfare, la Calabria scalza la Puglia e conquista il podio del Sud nella classifica delle Bandiere Blu 2025. È una notizia che profuma di mare pulito, di consapevolezza ambientale, di un riscatto lento ma tenace. Con 23 località premiate, la regione si conferma non solo terra di antiche civiltà e paesaggi struggenti, ma anche di spiagge che finalmente iniziano a parlare il linguaggio della sostenibilità.
Il dato che sorprende: la Calabria supera la Puglia
Con tre nuovi ingressi, la Calabria sale aumenta il numero di comuni balneari insigniti della Bandiera Blu, scalzando una Puglia in frenata e attestandosi come terza regione d’Italia dopo Liguria e Campania. Un salto in avanti che, al netto delle solite passerelle politiche, fotografa un lento ma tangibile processo di trasformazione delle coste calabresi.
I nuovi ingressi: Cariati, Corigliano-Rossano e Cropani
È nelle province del nord-est calabrese che si registra la sorpresa. Entrano per la prima volta nella lista della Foundation for Environmental Education (FEE): Cariati, storica perla ionica in provincia di Cosenza; Corigliano-Rossano, il comune più esteso della Calabria, che si affaccia su un tratto di costa ad alto potenziale turistico ma spesso trascurato; Cropani, piccolo centro del Catanzarese, che fa della sua spiaggia un simbolo di riscatto ambientale. Tre nomi che dicono molto: non solo mare, ma anche un cambio di passo nella gestione dei rifiuti, nella depurazione, nell’educazione ambientale.
Cosenza guida la classifica: 9 località premiate
È la provincia di Cosenza a guidare la riscossa blu, con nove comuni: Tortora; Praia a Mare; San Nicola Arcella; Santa Maria del Cedro; Diamante; Rocca Imperiale; Roseto Capo Spulico; Trebisacce; Villapiana. Un tratto di costa che si estende per decine di chilometri e che, tra promontori e spiagge sabbiose, mostra il volto più virtuoso dell’Alto Tirreno calabrese.
Il riscatto del Crotonese e dell’area centrale
Nel Crotonese, ancora segnato da decenni di servitù industriale, emergono: Cirò Marina, da anni presenza fissa nella lista; Melissa, piccolo centro tenace; Isola di Capo Rizzuto, dove la riserva marina sembra finalmente trovare una narrazione turistica di qualità.
Anche il Catanzarese fa la sua parte, con: Sellia Marina, Catanzaro Lido (Giovino), Soverato. Tre località che alternano storia, infrastrutture turistiche in crescita e un’attenzione crescente alla balneabilità.
Vibo Valentia e Reggio: la conferma del Sud
La Costa degli Dei resta uno degli angoli più premiati e amati, con Tropea e Parghelia, simboli ormai consolidati. Sullo Ionio reggino, invece, si confermano: Caulonia; Roccella Ionica; Siderno. Una tripletta che tiene alto l’onore del Sud della regione e dimostra che anche qui si può fare turismo pulito, inclusivo e sostenibile.
Non solo mare, ma politica ambientale
La Bandiera Blu, lo ricordiamo, non è un premio al paesaggio ma alla gestione ambientale del territorio. Serve un piano depurativo funzionante, raccolta differenziata, accessibilità, servizi per disabili, qualità delle acque monitorata costantemente da Arpacal. In altre parole: governo del territorio. La Calabria ci è riuscita. Non ovunque, certo. Ma abbastanza da lanciare un segnale: si può fare. Anche qui, dove troppo spesso a dominare sono le cronache nere, le opere incompiute e le promesse mai mantenute.
La sfida della continuità
Il vero rischio è che tutto si fermi qui, ai titoli dei giornali. Perché la Bandiera Blu non è un punto d’arrivo, ma una responsabilità. Il mare va custodito ogni giorno, non solo nelle settimane delle verifiche. E i cittadini devono essere coinvolti, informati, resi protagonisti. Solo così il colore blu potrà diventare, davvero, la bandiera di una nuova Calabria.