Le operazioni di bonifica ambientale e il recupero dei sedimenti marini, delle acque di falda e dei suoli contaminati possono rappresentare un’opportunità unica per lo studio e la ricerca scientifica. In particolare, il riutilizzo dei metalli pregiati contenuti nei sedimenti potrebbe aprire nuove prospettive di sviluppo. Lo afferma Emilio Errigo, esperto di Diritto internazionale dell’ambiente e docente all’Università della Tuscia, nonché commissario straordinario del Sin Crotone-Cassano e Cerchiara di Calabria.
Calabria, terra ricca di metalli pregiati
Secondo Errigo, la Calabria è storicamente ricca di metalli preziosi e di terre rare. Già alla fine del ‘700, austriaci e tedeschi sfruttavano le miniere argentifere presenti nelle cinque province calabresi. Le miniere a cielo aperto delle fiumare e i giacimenti sotterranei di Mongiana, Stilo, Pazzano, Serre e Bivongi hanno rappresentato importanti poli estrattivi del passato. Oggi, grazie alle nuove tecnologie di estrazione, queste risorse stanno tornando al centro di studi e ricerche per la loro valorizzazione.
Mappatura del patrimonio minerario calabrese
Recentemente, diversi istituti di ricerca scientifica e ambientale hanno avviato un’indagine approfondita sulla presenza di minerali metalliferi e chimici nel territorio calabrese. Particolare attenzione è rivolta alle aree metallifere del Marchesato di Crotone e ai sedimenti marini di Crotone e dintorni. Questa crescente attenzione potrebbe coinvolgere anche le zone contaminate dai residui industriali, da bonificare e potenzialmente riutilizzabili in un’ottica di economia circolare.
Verso un riuso sostenibile dei materiali contaminanti
Le aree di Crotone, storicamente segnate da processi industriali, necessitano di un intervento urgente per la bonifica da metalli pesanti, tenorm, amianto e solfuri argentiferi. Tuttavia, questi materiali potrebbero diventare una risorsa strategica per la comunità scientifica e per un riuso industriale sostenibile. Negli ultimi mesi, esperti universitari e ricercatori hanno avviato un confronto su come estrarre e riutilizzare in modo sicuro le sostanze metallurgiche e chimiche ancora presenti nei suoli contaminati e nei sedimenti sottomarini.
Nuove tecnologie per lo sviluppo della Calabria
L’applicazione delle tecnologie di riciclo industriale ai residui contaminanti potrebbe rappresentare una svolta per Crotone e la Calabria.
Secondo Errigo, questa innovazione aprirebbe nuove prospettive di sviluppo scientifico ed economico, trasformando le criticità ambientali in occasioni di crescita.
I residui dei processi industriali degli ex stabilimenti Pertusola, Agricoltura, Sasol e Fosfotec, considerati pericolosi per la salute pubblica e l’ambiente, potrebbero diventare nuovamente materie prime. Se estratti con tecnologie sicure e a basso impatto, questi materiali rappresenterebbero una vera opportunità economica e sociale, attrattiva per investimenti nazionali ed esteri. Il futuro della Calabria, dunque, potrebbe passare attraverso un approccio innovativo alla bonifica e alla valorizzazione delle sue risorse naturali.