“Crotone è diventata la pattumiera d’Italia”. Lo ha affermato con durezza Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, durante la sua audizione in videocollegamento davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Un passaggio che pesa come un macigno su anni di politiche ambientali disastrose: “La provincia di Crotone è un territorio che ha accolto troppi rifiuti pericolosi provenienti da tutta Italia, in discariche autorizzate quando io non ero ancora presidente”.
Le diffide a Eni Rewind e Sovreco
Occhiuto ha raccontato di aver inviato diffide formali a Eni Rewind, la società incaricata della bonifica del SIN di Crotone, trasmesse per conoscenza anche alla Procura della Repubblica. L’obiettivo: bloccare il tentativo di continuare a usare la discarica Sovreco, nonostante la disponibilità di impianti alternativi all’estero.
“Temevamo il rischio concreto del raddoppio della discarica di Crotone”, ha spiegato. “E questo sarebbe stato inaccettabile. Per questo abbiamo ribadito, con atti ufficiali, la validità del vincolo allo smaltimento fuori regione e ci siamo opposti al tentativo di scavalcare il PAUR”.
La svolta estera: rifiuti verso Svezia e Germania
Durante l’audizione Occhiuto ha confermato che Eni ha attivato quattro notifiche per trasferire i rifiuti pericolosi all’estero. Una, già autorizzata, riguarda 40.000 tonnellate dirette in Svezia, con partenza dal porto di Gioia Tauro. Le altre tre sono in fase di valutazione.
Una svolta significativa, considerando che fino a poco tempo fa si sosteneva “che non esistessero discariche disponibili fuori Calabria o fuori Italia”. E invece oggi, nel 2025, Eni ammette che Svezia e Germania sono pronte ad accogliere i rifiuti.
“Alternative tecniche? Ci sono, ma Eni deve pagare”
Il presidente calabrese ha inoltre proposto una soluzione tecnica alternativa: trattare i rifiuti più pericolosi per declassarli e renderli meno pericolosi, così da poterli smaltire in altre discariche italiane.
“È vero, comporta un costo ulteriore per Eni Rewind. Ma è una strada percorribile che consentirebbe di rispettare il vincolo e accelerare la bonifica del sito industriale di Crotone”, ha detto.
Infiltrazioni mafiose? “Massima trasparenza e sinergia”
Occhiuto ha anche affrontato il tema delle infiltrazioni mafiose nel ciclo dei rifiuti: “Quando si parla di rifiuti, in una regione complicata come la Calabria, non si può mai abbassare la guardia. Per questo abbiamo aperto tutti i nostri archivi alla DIA, garantendo accesso a tutti i procedimenti amministrativi della Regione”.
Una mossa che punta a blindare la filiera e dimostrare che la Regione vuole procedere con legalità e trasparenza. “È una scelta precisa, che abbiamo fatto per contrastare ogni tentativo di infiltrazione della ’ndrangheta”. Con parole nette e documenti in mano, Roberto Occhiuto ha denunciato pubblicamente la deriva ambientale di Crotone, trasformata in “provincia-pattumiera”. Ora spetta a Eni Rewind, al Ministero dell’Ambiente e al sistema giudiziario fare la loro parte. La Calabria, almeno a parole, non è più disposta ad accogliere i rifiuti tossici dell’Italia intera.