13 Luglio 2025
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Calabria

“Lamezia non è terra di mafia”: botta e risposta tra Furgiuele, Saviano e Diego Bianchi al Festival Trame

Scontro aperto al Festival Trame 2025. Il deputato Furgiuele, Lega Nord, accusa Saviano di "retorica e divisione", replica il giornalista: "Parole stupide e omertose". Interviene "Zoro", Propaganda Live: "Quello di Furgiuele è un mondo alla rovescia, come quello raccontato da Vannacci"

Il Festival Trame di Lamezia Terme, dedicato alla cultura e all’antimafia, si trasforma in campo di battaglia politica. Dopo le parole dello scrittore Roberto Saviano, ospite d’onore della rassegna, è il deputato leghista Domenico Furgiuele a intervenire duramente:

“Lamezia non è e non sarà mai la terra di mafia che alcuni vogliono raccontare per convenienza ideologica e visibilità personale. È una città di onestà e riscatto, non ha bisogno di retorica militante”, scrive Furgiuele, che ribadisce la sua critica al taglio del festival: “Serve un festival dei libri, non un festival sulle mafie”.

Nel mirino anche l’intervento di Saviano, accusato di “pontificare senza conoscere davvero il territorio”. Secondo Furgiuele, Trame è diventato un “laboratorio dell’antimafia militante” che offre spazio a voci lontane dalla realtà quotidiana dei lametini.

Saviano, rispondendo alla domanda di un giornalista, commenta le parole del deputato leghista: “Parole stupide che incitano all’omertà”.

La replica dal palco: Diego Bianchi e l’ironia su Furgiuele

A rispondere in serata dal palco di Trame è stato Diego Bianchi, alias “Zoro”, conduttore e autore satirico: “Con la politica, soprattutto ai tempi di Gazebo in Rai, abbiamo avuto problemi più seri di Furgiuele”, ha detto con ironia.

E ancora: “Né io né Saviano abbiamo bisogno di visibilità venendo a Lamezia. Anzi, è semmai il contrario: Saviano dà visibilità alle battaglie culturali di questo festival”.

Bianchi ha anche criticato l’atteggiamento del deputato: “Va bene il dibattito, ma non mi piace che si facciano le pulci al nostro lavoro. Quello di Furgiuele è un mondo alla rovescia, come quello raccontato da Vannacci”.

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