Il Festival Trame di Lamezia Terme, dedicato alla cultura e all’antimafia, si trasforma in campo di battaglia politica. Dopo le parole dello scrittore Roberto Saviano, ospite d’onore della rassegna, è il deputato leghista Domenico Furgiuele a intervenire duramente:
“Lamezia non è e non sarà mai la terra di mafia che alcuni vogliono raccontare per convenienza ideologica e visibilità personale. È una città di onestà e riscatto, non ha bisogno di retorica militante”, scrive Furgiuele, che ribadisce la sua critica al taglio del festival: “Serve un festival dei libri, non un festival sulle mafie”.
Nel mirino anche l’intervento di Saviano, accusato di “pontificare senza conoscere davvero il territorio”. Secondo Furgiuele, Trame è diventato un “laboratorio dell’antimafia militante” che offre spazio a voci lontane dalla realtà quotidiana dei lametini.
Saviano, rispondendo alla domanda di un giornalista, commenta le parole del deputato leghista: “Parole stupide che incitano all’omertà”.
La replica dal palco: Diego Bianchi e l’ironia su Furgiuele
A rispondere in serata dal palco di Trame è stato Diego Bianchi, alias “Zoro”, conduttore e autore satirico: “Con la politica, soprattutto ai tempi di Gazebo in Rai, abbiamo avuto problemi più seri di Furgiuele”, ha detto con ironia.
E ancora: “Né io né Saviano abbiamo bisogno di visibilità venendo a Lamezia. Anzi, è semmai il contrario: Saviano dà visibilità alle battaglie culturali di questo festival”.
Bianchi ha anche criticato l’atteggiamento del deputato: “Va bene il dibattito, ma non mi piace che si facciano le pulci al nostro lavoro. Quello di Furgiuele è un mondo alla rovescia, come quello raccontato da Vannacci”.