12 Novembre 2025
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Calabria

Minacce al sindaco di Jonadi, la Cgil denuncia l’escalation e lancia l’allarme sulla “frontiera” dei piccoli comuni

La sigla sindacale: "Difendere gli amministratori è difendere la democrazia dei nostri territori"

Un vile atto intimidatorio ha colpito il sindaco di Jonadi (Vibo Valentia), Fabio Signoretta. La notizia, che ha scosso la piccola comunità, è stata commentata con ferma condanna da Enzo Scalese, segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo. Al primo cittadino è stata recapitata davanti al municipio una lettera contenente la targa della sua auto e insulti offensivi, un chiaro tentativo di minaccia e intimidazione.

“Piena solidarietà al sindaco di Jonadi, Fabio Signoretta, vittima di un vile atto intimidatorio che colpisce non solo la sua persona ma l’intera comunità che rappresenta,” ha dichiarato Scalese, sottolineando la gravità dell’episodio. La Cgil Area Vasta ha espresso la massima vicinanza al sindaco e alla sua famiglia, auspicando “che le autorità competenti garantiscano la piena sicurezza personale e amministrativa.”

L’allarme: Amministrare è “un mestiere di frontiera”

L’episodio, secondo Scalese, non è isolato ma conferma una tendenza drammatica, specialmente nelle regioni del Sud. “È l’ennesimo episodio che conferma quanto sia difficile e rischioso, oggi, svolgere con onestà e dedizione un ruolo istituzionale nei territori più fragili della Calabria,” ha rimarcato il sindacalista.

L’analisi del segretario generale è netta: “Fare il sindaco, soprattutto nei piccoli comuni, è diventato un mestiere di frontiera, in cui il senso civico e la responsabilità verso la collettività devono spesso fare i conti con la violenza e il tentativo di condizionare le scelte pubbliche.”

La piaga degli “amministratori sotto tiro”: i dati che fanno paura

Scalese ha richiamato l’attenzione sui dati del rapporto ‘Amministratori sotto tiro’ di Avviso Pubblico. Nello scenario italiano, gli episodi di intimidazione ai danni di sindaci, amministratori, funzionari e dipendenti pubblici sono una piaga diffusa: 5.716 casi registrati negli ultimi quindici anni, con una media allarmante di oltre 380 ogni anno, più di uno al giorno.

“Dati che raccontano un fenomeno drammatico e diffuso, che mina la fiducia nelle istituzioni e il principio stesso di democrazia locale,” ha aggiunto Scalese, definendo “inaccettabile che chi si impegna per la propria comunità debba vivere nella paura.”

L’appello finale: più protezione e schieramento civile

La Cgil lancia un appello chiaro e risoluto a tutte le forze in campo. “Chiediamo che lo Stato e la società civile si schierino con decisione dalla parte di chi non si piega alle intimidazioni,” ha affermato Scalese.

Il sindacato invoca misure concrete: “Servono più protezione, più legalità e più sostegno concreto a chi, ogni giorno, rappresenta le istituzioni nei luoghi più difficili del Paese.” La conclusione è una sintesi della posta in gioco: “Difendere chi amministra con coraggio significa difendere la nostra stessa democrazia. Ogni atto intimidatorio è un colpo inferto non a un singolo, ma all’idea di una Calabria libera e capace di costruire il proprio futuro nella legalità.”

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