Con un recente avviso pubblico, il Comune di Catanzaro ha avviato una manifestazione di interesse rivolta ai proprietari di locali sfitti nel centro storico. L’obiettivo dichiarato è attrarre eccellenze produttive da insediare in immobili privati attraverso un progetto di temporary store, con canoni “concordati” e gestione centralizzata da parte dell’ente.
Ma dietro le intenzioni di rivitalizzazione urbana si cela un modello dirigista che non trova fondamento né nella normativa né nei principi della libertà economica.
Vincoli pesanti per i proprietari
Le condizioni imposte ai titolari degli immobili risultano particolarmente onerose: conformità urbanistica e impiantistica, assenza di contenziosi con l’ente, documentazione dettagliata e perfetta regolarità tributaria. A ciò si aggiunge il coinvolgimento discrezionale di soggetti terzi – reti di imprese o gestori scelti dal Comune – con cui il proprietario sarà tenuto a trattare.
Non manca nemmeno la possibilità che al titolare venga chiesto di contribuire alle spese per adeguamenti strutturali. In sintesi: l’Amministrazione si presenta come garante, ma di fatto si inserisce nella contrattazione privata, limitando la libertà negoziale.
Il nodo del “canone concordato”
Il cuore dell’iniziativa si regge su un presupposto giuridicamente inesistente: l’applicazione del cosiddetto “canone concordato” ai locali commerciali. Ma tale concetto è inesistente in ambito commerciale e si riferisce unicamente agli affitti abitativi regolati dalla legge 431/1998.
In questo modo, si applica un modello normativo estraneo al settore, con il rischio di distorcere l’intero mercato immobiliare cittadino e creare un precedente senza alcuna base legale.
Le parole di Confedilizia Calabria
Secondo Confedilizia Calabria, nelle parole del presidente Sandro Scoppa, il progetto evidenzia una visione che non rispetta i principi di libertà economica e rispetto della proprietà privata. “L’amministrazione – afferma Scoppa – invece di rimuovere ostacoli, semplificare procedure e incentivare la libera iniziativa, ha scelto di centralizzare, condizionare e burocratizzare. L’ente si pone come ‘garante’ del progetto, ma di fatto si intromette nei rapporti tra privati, limitando la libertà contrattuale e violando il principio stesso di autonomia negoziale.”
Effetto boomerang sul mercato
L’iniziativa, anziché agevolare l’apertura dei locali, rischia di soffocare ulteriormente il centro storico, già colpito dalla desertificazione commerciale. La libera iniziativa privata viene subordinata a un impianto burocratico e condizionata da un sistema di incentivi indefiniti, mentre l’Amministrazione diventa attore centrale di un processo che dovrebbe nascere dal basso.
Serve meno burocrazia e più fiducia nel mercato
Catanzaro non ha bisogno di interventi pianificatori calati dall’alto, ma di una visione liberale che restituisca fiducia nella proprietà privata e stimoli l’iniziativa economica. Semplificazione, trasparenza e autonomia contrattuale sono gli unici strumenti in grado di attrarre imprese, rilanciare il commercio e restituire vitalità al centro urbano.