13 Luglio 2025
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Calabria

Maxiprocesso alla ‘ndrangheta vibonese a rischio, chiesta ricusazione di due giudici della Corte d’Appello di Catanzaro

Secondo alcuni avvocati della difesa i due togati hanno già giudicato diversi imputati in altri procedimenti penali: "Sono incompatibili"

Alcune richieste di ricusazione di due giudici del collegio Corte d’Appello di Catanzaro, che sta celebrando a Catania il maxiprocesso Rinascita Scott contro i clan del Vibonese, sono state presentate dai difensori di alcuni imputati ritenendo che due togati abbiano già giudicato diversi imputati in altri procedimenti penali e siano perciò incompatibili con la trattazione del processo. La ricusazione è arrivata dopo il mancato accoglimento dell’invito all’astensione dal processo formulato dai difensori nei confronti dei giudici.

Chi sono gli imputati che hanno chiesto la ricusazione

In particolare, la richiesta di ricusazione della presidente della Corte, Loredana De Franco, e del giudice Ippolita Luzzo è stata formulata dall’avvocato Tiziana Barillaro per l’imputato Giuseppe Fortuna, di Filogaso (condannato in primo grado a 17 anni), dall’imputato Salvatore Mazzotta di Pizzo (condannato in primo grado a 23 anni) con gli avvocati Sergio Rotundo e Luca Cianferoni, dall’imputato Orazio Lo Bianco di Vibo (condannato in primo grado a 22 anni) con gli avvocati Cianferoni e Stefano Luciano, e dall’imputato Giovanni Giamborino di Piscopio (condannato in primo grado a 19 anni e 6 mesi) con l’avvocato Alessandro Diddi. Sulla ricusazione deciderà il presidente della Corte d’Appello di Catanzaro.

Un processo con 235 imputati

Gli imputati in appello del maxiprocesso Rinascita Scott (troncone ordinario) sono in totale 235 e rispondono, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsione, rapina, usura, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, corruzione, favoreggiamento, detenzione illegale di armi e narcotraffico.

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