di Mimmo Famularo – Può una guardia medica rifiutarsi di visitare un bimbo di undici mesi? La risposta è no. A dirlo non è un utente qualsiasi di Facebook o uno dei soliti “tuttologi” della rete ma il responsabile del servizio di emergenza-urgenza del 118 di Catanzaro, Crotone e Vibo, Antonio Talesa. Uno di quei medici senza frontiere che nel corso di quaranta anni di attività professionale è stato ovunque. In trincea nella lotta al Coronavirus ma anche in prima linea quando l’emergenza era caratterizzata dagli sbarchi di migranti sulle coste calabresi. Lui, 67 anni appena compiuti, una vita in corsia tra ospedali-tenda, ambulanze, sale operatorie, non si è mai tirato indietro neanche quando il malato da curare aveva la tubercolosi o altre patologie similari. “Nessuno può mai rifiutarsi di visitare un malato tanto meno sottrarsi alle sue richieste di aiuto. Qualsiasi sia la sua funzione”. Chiaro, chiarissimo. Anche perché un medico non è un veggente e non può fare una diagnosi senza neanche aprire la porta.
Panico da Covid alla guardia medica
Eppure tutto ciò è accaduto l’altro ieri a Catanzaro Lido dove una guardia medica si è rifiutata di visitare un bimbo di appena undici mesi per la paura di ritrovarsi di fronte un piccolo “untore” in grado di trasmettere il Coronavirus. Sono bastate due parole sussurrate al citofono dai preoccupati genitori del piccolo per indurre la dottoressa a temere il peggio. “Non siamo attrezzati per trattare sospetti casi Covid” ha riferito il camice bianco. Spesso le guardie mediche non sono muniti di dispositivi di protezione ma allora perché restano aperte? Ventiquattrore dopo il pediatra ha invece visitato di persona il bimbo. La diagnosi? Nessun caso di Covid. Falso allarme. Una storia di ordinaria follia che ha colpito e indignato chi come Talesa ha interpretato questo mestiere come una missione di vita per aiutare i più bisognosi. “Un medico che ha paura della malattia – ha dichiarato – non può fare il medico. Per definizione ha sempre a che fare con patologie e non può decidere chi visitare o distinguere quale patologia trattare. Un dottore, sia esso una guarda medica, un pediatra o un chirurgo, deve guardare oltre la malattia e cogliere il bisogno non solo fisico ma anche psicologico del paziente. Questo è il compito della grande arte della medicina e il sublime compito di fare il medico”.
“Omissione di atti d’ufficio”
Talesa intravede nel comportamento della guardia medica gli estremi di un’omissione di atti d’ufficio. “Se tutto ciò corrisponde al vero si tratta di una vicenda gravissima perché il medico di guardia avrebbe dovuto indossare i dispositivi di protezione e quanto meno dare retta ai genitori per capire quali fossero le reali patologie del piccolo. Solo dopo averlo visitato avrebbe potuto adottare questo tipo di provvedimento suggerendo ai familiari cosa fare”. E se il bimbo di undici mesi avesse avuto il Covid-19? “Tutti possono essere potenziali pazienti positivi al Coronavirus. Così facendo – sottolinea il capo del 118 dell’area centrale della Calabria – smetteremmo però di effettuare visite. C’è un protocollo aziendale da seguire e delle direttive che spiegano come bisognerebbe comportarsi in casi del genere. Sarebbe opportuno trattare tutti i pazienti come dei potenziali casi di Covid non per evitare di visitarli ma per adottare tutte le precazioni del caso. Senza paura ma con scienza e coscienza”.
Panico Covid, Guardia medica di Catanzaro si rifiuta di visitare un bimbo di 11 mesi