Nel giorno della Festa della Liberazione, il sindaco di Cosenza Franz Caruso ha partecipato all’iniziativa pubblica promossa da Anpi, Cgil Cosenza e Spi Cgil a Largo dei Partigiani, lanciando un messaggio chiaro: “Dobbiamo rinverdire la lotta per la democrazia e la libertà”.
Il primo cittadino ha criticato duramente il messaggio diffuso dal ministro della Difesa Guido Crosetto, definendolo “biasimevole” perché privo di riferimenti espliciti al fascismo e alla Resistenza.
“Quel messaggio è un’offesa alla memoria storica del Paese”
Caruso ha dichiarato di condividere l’indignazione espressa da un cittadino cosentino per l’assenza di ogni riferimento all’oppressione fascista nel discorso istituzionale del ministro. “È inaccettabile per una nazione che ha pagato un prezzo altissimo, soprattutto in vite umane, al nazifascismo”, ha sottolineato il sindaco, unendosi al “sentimento di profondo sdegno”.
Valori della Resistenza contro la “governance della destra”
Nel suo intervento, Caruso ha ribadito che chi oggi governa l’Italia può farlo solo grazie al sacrificio dei partigiani. “Noi non portiamo odio, ma ideali – ha affermato –. Libertà, democrazia, giustizia sociale: sono i valori della Resistenza che oggi vengono offesi con l’indifferenza”.
Ha poi rivendicato con orgoglio la propria storia personale e politica: “Mi chiamo Franz Caruso, nato l’8 maggio 1959, socialista e antifascista da sempre iscritto alla sezione Paolo Cappello”.
“Il fascismo del Terzo Millennio è tra noi”
Caruso ha parlato anche delle nuove minacce alla democrazia: “Sconfitto il fascismo del secolo scorso, oggi dobbiamo combattere il fascismo del Terzo Millennio”. Secondo il sindaco, l’attuale governo è “illiberale e antidemocratico” e rientra in un più ampio scenario globale, dominato da nuove forme di imperialismo, citando Russia, Stati Uniti e Cina.
Il centrodestra locale nel mirino: “Copiano la Meloni”
Infine, l’allarme si sposta anche sul piano territoriale. “Il problema – ha detto – non è solo Giorgia Meloni, ma tutti quelli che governano le istituzioni locali con la stessa logica”. E ha concluso con un appello forte: “Teniamo alta la guardia. Non possiamo permettere che i nostri figli e nipoti vivano un nuovo ritorno della barbarie fascista”