La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiuso le indagini preliminari relative a un’inchiesta sul traffico illecito di rifiuti nell’impianto di Vazzano, nel Vibonese. Il caso è passato alla Direzione distrettuale antimafia che ha notificato l’avviso a 14 persone fisiche e 3 società. L’inchiesta ha messo in luce una presunta rete di attività illecite che si sarebbe protratta dal marzo 2021 al marzo 2024, con gravi conseguenze per la salute ambientale e pubblica.
Le ipotesi accusatorie
Tra gli indagati figurano nomi noti come l’imprenditore e presidente del Cosenza calcio Eugenio Guarascio, 71 anni, di Lamezia Terme, e sua sorella Ortenzia Guarascio, 60 anni, che avrebbero ricoperto ruoli apicali nelle società coinvolte. Le accuse mosse dalla Procura sono di particolare gravità: associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, inquinamento ambientale e gestione abusiva dei rifiuti. Gli indagati avrebbero dichiarato falsamente rifiuti organici come “ammendante compostato misto” e li avrebbero distribuiti a comuni e aziende agricole. Tuttavia, le analisi di laboratorio avrebbero smentito questa dichiarazione, rivelando che i materiali erano contaminati e non conformi alle normative ambientali.
Il coinvolgimento di funzionari pubblici nell’inchiesta
L’indagine avrebbe rivelato una serie di complicità che coinvolgerebbero anche funzionari pubblici. Gianfranco Comito, 67 anni, ingegnere e dirigente del settore Ambiente della Regione Calabria, e Vincenzo De Matteis, 52 anni, accusati di aver agevolato l’attività illecita delle aziende, concedendo incrementi nella quantità di rifiuti da trattare senza verificarne la capacità degli impianti. Anche altri funzionari della Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) sono finiti sotto indagine come Franco Dario Giuliano e Nicola Anselmo Ocello, accusati di omissione di atti d’ufficio per non aver segnalato le gravi irregolarità riscontrate negli impianti.
Presunto sistema illecito
L’inchiesta ha rivelato un presunto sistema illecito che avrebbe coinvolto aziende, amministratori locali e funzionari pubblici. Eco Call S.p.A., Ecologia Oggi S.p.A., e 4EL Group S.r.l. sono le tre società coinvolte, tutte accusate di aver gestito illecitamente ingenti quantità di rifiuti organici. Le analisi chimiche avrebbero confermato che il materiale distribuito come fertilizzante era altamente inquinante, dimostrando il rischio per la salute dei cittadini e per l’ambiente. Le azioni illecite potrebbero aver avuto ripercussioni dirette sulle comunità locali e sulle attività agricole che hanno ricevuto e utilizzato i rifiuti contaminati.