L’Università della Calabria celebra uno dei suoi figli più illustri: Santo Versace riceve la laurea honoris causa in Ingegneria Gestionale, suggellando una carriera straordinaria tra moda, imprenditoria e visione industriale globale. Un riconoscimento che non è solo un tributo alla sua storia, ma anche un messaggio ai giovani calabresi: investire su se stessi e sulla propria terra per creare un futuro migliore. La cerimonia, presieduta dal rettore Nicola Leone, si è tenuta nell’Aula Magna “Beniamino Andreatta”.
“Quello che voglio dire agli studenti – ha affermato Versace a margine dell’evento – è che devono credere in sé stesse e capire che tutti hanno dei grandi talenti e li devono utilizzare. E comunque il talento, senza grinta, passione, impegno totale, non serve. Perché il talento senza l’impegno e la passione, svanisce. Se c’è amore e passione verso il proprio lavoro si realizza qualunque sogno e qualunque desiderio, però bisogna amare il lavoro”
Un’icona del made in Italy
Il rettore Nicola Leone, nel conferire il titolo accademico, sottolinea il valore simbolico della cerimonia: “Santo Versace è un esempio di successo che parte dal Sud. Ha dato lustro alla Calabria nel mondo, con una famiglia impegnata anche nel sociale”. Un viaggio iniziato con la nascita della Versace Sas nel 1972, nel segno della creatività e della gestione aziendale, due anime che si sono intrecciate per dare vita a un impero del lusso riconosciuto a livello internazionale.
Dalle radici calabresi al successo globale
La lectio magistralis di Versace è un viaggio nella storia di un brand diventato leggenda. Quaranta pagine suddivise in dieci capitoli in cui emergono l’influenza della famiglia, la memoria del padre Nino e della madre Franca, il dolore per la perdita della sorella Tinuccia (“Credo che la mia infanzia finì quel giorno”), fino al primo grande riconoscimento internazionale con la sfilata di Tokyo nel 1980.
Ma il successo non si costruisce da soli. “Serve una squadra che cresca con te, che condivida la tua visione e che sia pronta ad affrontare ogni sfida con determinazione e cuore”, dice Versace alla platea di studenti e docenti dell’Aula Magna di Arcavacata. Un insegnamento che ha guidato il percorso del marchio, dall’apertura del flagship store di Madison Avenue a New York (1990) alla nascita di Versus, fino alla creazione di Altagamma (1992), il consorzio che riunisce le eccellenze italiane del lusso con una strategia comune.
L’ombra della tragedia e la resilienza
Il 15 luglio 1997 segna uno spartiacque nella vita dell’imprenditore: l’omicidio di Gianni Versace a Miami cambia tutto. “A Miami è morta una parte di me”, confessa Santo, ricordando quel giorno drammatico vissuto a Roma mentre preparava la sfilata ‘Donna sotto le stelle’. La tragedia impone una riorganizzazione: il suo ruolo diventa ancora più centrale, ma il sogno di unire Versace e Gucci per competere con i colossi francesi del lusso si infrange.
Un futuro tra etica e innovazione
Oggi Santo Versace guarda avanti, con la sua Fondazione Santo Versace (2021) e nuovi progetti legati all’imprenditoria etica. Un percorso segnato anche dall’incontro con la moglie Francesca, a cui dedica un passaggio commovente: “Ha guarito le mie ferite e mi ha ridato la Fede”.
Infine, l’appello ai giovani: “Costruite, ma con etica. Crescete, ma senza calpestare nessuno. Perché il vero successo non è mai egoista, è quello che lascia un segno e migliora la vita di chi vi sta accanto”. Parole che risuonano come un manifesto di un nuovo rinascimento calabrese.