A partire da febbraio 2026, gli importi dell’Assegno unico e universale per i figli saranno adeguati all’inflazione calcolata dall’ISTAT, che secondo le stime del Documento di economia e finanza sarà pari all’1,6%. Si tratta di un aggiornamento automatico introdotto con la riforma, pensato per mantenere stabile il potere d’acquisto delle famiglie.
Gli aumenti non saranno elevati, ma avranno carattere diffuso: per le famiglie con ISEE inferiore a 17.520 euro, l’importo mensile salirà da 201 a 204,4 euro per figlio. Nelle fasce successive, gli assegni cresceranno progressivamente fino ad arrivare a 58,5 euro per i redditi più alti, confermando la natura “universale” del contributo.
Le nuove cifre fascia per fascia
Le cifre dell’Assegno unico 2026 varieranno in base alla fascia ISEE, con aumenti leggeri ma diffusi. Le famiglie con ISEE fino a 17.520 euro vedranno salire l’importo da 201 a 204,4 euro per figlio, mentre chi si colloca intorno a 21.800 euro passerà da 179,7 a 182,8 euro. Per i redditi superiori a 26.000 euro l’assegno salirà da 157,9 a 160,6 euro, mentre le fasce massime riceveranno un aumento da 57,5 a 58,5 euro. Gli arretrati di gennaio saranno corrisposti insieme al pagamento di febbraio.
Maggiorazioni e bonus aggiornati
Anche le maggiorazioni saranno aggiornate in base alle condizioni specifiche delle famiglie. I figli con disabilità grave riceveranno un incremento da 109,1 a 111 euro al mese, mentre i non autosufficienti passeranno da 120,6 a 122,7 euro. Le madri under 21 avranno una maggiorazione pari a 23,4 euro, e per i figli successivi al secondo l’integrazione varierà da 99,4 a 17,5 euro secondo la fascia ISEE. Infine, il bonus per il secondo percettore di reddito crescerà fino a 35 euro mensili.
Come continuare a ricevere l’assegno aggiornato
Non sarà necessario presentare una nuova domanda, ma per ottenere gli importi aggiornati in base al proprio reddito bisognerà rinnovare la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) entro il 30 giugno 2026. Chi non la presenterà riceverà automaticamente l’importo minimo previsto dalla legge.
Con oltre 5 milioni di famiglie beneficiarie, l’Assegno unico resta uno dei pilastri del welfare italiano, pensato per sostenere la natalità e alleggerire il peso economico della crescita dei figli in un periodo di forte incertezza.



