13 Luglio 2025
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Calabria

Centri storici deserti? “Colpa dello Stato, non del mercato”: l’allarme parte da Catanzaro

Organizzato da Confedilizia Calabria con il patrocinio degli ordini professionali, il seminario ha messo al centro le vere cause della desertificazione urbana: burocrazia, vincoli e leggi punitive che soffocano il mercato. “Non è troppo mercato, ma troppo Stato”


Perché i centri storici si svuotano? Perché le botteghe abbassano le saracinesche e i locali restano vuoti? A queste domande ha provato a rispondere il seminario promosso da Confedilizia Calabria, con il patrocinio degli Ordini degli Ingegneri, Commercialisti, Geometri e della Bcc Calabria Ulteriore, nella sede dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro.

Un incontro dai toni chiari, lontano da retorica e slogan, per denunciare ciò che davvero sta spegnendo la vitalità urbana: regole punitive, vincoli normativi e un eccesso di dirigismo istituzionale.

Il problema? Non è il mercato, ma lo Stato

Moderato dal giornalista Giuseppe Mercurio, il dibattito ha visto gli interventi di Antonio Abate, Claudio Amato (ricercatore Fvs), Sandro Scoppa (presidente Confedilizia Calabria) e Antonio Viscomi (ordinario Umg).

Il punto comune emerso?

“Non è la libertà contrattuale a desertificare i centri, ma una legislazione rigida e bloccante che disincentiva gli investimenti e scoraggia chi vorrebbe aprire un’attività”.

Affitti, desertificazione, regole da rivedere

Un focus è stato dedicato alle locazioni non abitative, soffocate da un groviglio normativo che crea insicurezza tanto nei proprietari quanto nei conduttori. Il risultato?

Anche dove i canoni sono bassi, i locali restano vuoti. Manca fiducia, mancano certezze, e dove lo Stato mette limiti, il mercato si ritira.

Gentrificazione: minaccia o occasione?

Anche la tanto dibattuta gentrificazione è stata affrontata con spirito critico e senza caricature:

“Non è un nemico da reprimere, ma una possibile leva di rigenerazione urbana, se lasciata libera di esprimersi attraverso le iniziative individuali”.

Il messaggio finale: meno decreti, più libertà

Il seminario si è chiuso con un messaggio netto:

“Servono meno decreti e più fiducia nelle scelte delle persone. È tempo di abbandonare modelli fallimentari come l’equo canone, e di costruire città dove si possa agire, contrattare, trasformare”.

Perché le città vivono solo se chi le abita è libero di scegliere. E non ostacolato dal potere centrale.

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