Il mondo del lavoro si stringe come un’insidia nella solitudine dei numeri. E i numeri, in fondo, hanno sempre ragione. L’imprenditoria, dalle piccole alle medie imprese, fino a quelle giovanili e di genere, sta affrontando una delle crisi più complesse del ventunesimo secolo.
Il contesto economico attuale impone una difficile transizione per le attività produttive, mentre l’Italia continua a mostrare profonde differenze tra territori e settori.
Gender gap: un’Italia divisa ma in ripresa
Il paese appare ancora spaccato in due, con un divario che si amplifica quando si guarda al mondo del lavoro femminile. Tuttavia, le dinamiche recenti raccontano una storia diversa: l’Italia si sta lasciando alle spalle la stagnazione del gender gap. A confermare questa tendenza è il report di Confartigianato, che analizza i dati Eurostat e posiziona l’Italia al primo posto in Europa per numero di donne occupate indipendenti.
Il nostro paese conta 1.522.500 imprenditrici, professioniste e lavoratrici autonome, superando Francia (1.484.600), Germania (1.112.600), Spagna (1.066.700) e Polonia (1.034.700).
Crescita oltre la media UE
I dati relativi al 2024 mostrano un aumento del +0,9% su base annua dell’occupazione femminile indipendente, contro una media UE a 27 ferma al +0,2%. A trainare questa crescita è soprattutto il dinamismo delle imprenditrici e lavoratrici autonome con dipendenti, che segnano un incremento del +5,3%, in netta controtendenza rispetto al calo dell’1,9% registrato nella media europea.
L’Italia, dunque, si conferma un paese in movimento, capace di trasformare le difficoltà in opportunità per il lavoro femminile e l’imprenditoria indipendente.