24 Giugno 2025
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Calabria

Morti sul lavoro, la strage continua: le vittime aumentano del 4,7% e la Calabria è tra le regioni più a rischio

Pur essendo tra le regioni meno popolose, registra 19 decessi, confermandosi tra le aree a maggiore rischio. I dati basati sulle rilevazioni Inail aggiornate al 31 dicembre 2024

Il dramma delle morti sul lavoro continua senza sosta. Nel 2024 il numero delle vittime ha toccato quota 1.090, con un incremento del 4,7% rispetto all’anno precedente. La Calabria, pur essendo tra le regioni meno popolose, registra 19 decessi, confermandosi tra le aree a maggiore rischio. I dati emergono dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering, basati sulle rilevazioni Inail aggiornate al 31 dicembre 2024.

Aumento delle morti bianche: i numeri nazionali

Nel 2024 sono stati registrati 1.090 decessi sul lavoro, di cui 567 sul posto di lavoro e 209 in itinere. Rispetto al 2023, quando le vittime erano 1.041, si evidenzia un aumento significativo. A preoccupare particolarmente è la crescita degli infortuni mortali in itinere, con un incremento del 17,8% (43 vittime in più rispetto al 2023).

Calabria e altre regioni nella “zona rossa”

L’analisi per regioni mostra che le aree con incidenza di mortalità superiore del 25% rispetto alla media nazionale (34,1 morti ogni milione di lavoratori) sono: Basilicata, Valle D’Aosta, Umbria, Trentino-Alto Adige, Campania, Sardegna, Calabria, Sicilia. La regione con il numero assoluto più alto di vittime sul lavoro è la Lombardia (131 decessi), seguita da Campania (84), Lazio (73), Emilia-Romagna (71), Sicilia (65) e altre. La Calabria registra 19 vittime, al pari dell’Umbria.

Fasce d’età e categorie più colpite

L’incidenza della mortalità aumenta con l’età. I lavoratori ultrasessantacinquenni sono i più a rischio, con 138,3 decessi ogni milione di occupati. La fascia tra 55 e 64 anni è quella più colpita in termini assoluti, con 279 vittime su un totale di 805 morti sul posto di lavoro.

Gli stranieri restano tra le categorie più vulnerabili, con un tasso di mortalità di 74,2 morti ogni milione di occupati, quasi tre volte superiore a quello degli italiani (29,7 per milione). Le vittime femminili sono state 86, di cui 52 decedute sul posto di lavoro e 34 in itinere.

I settori più pericolosi

Il settore delle Costruzioni si conferma il più letale, con 156 decessi nel 2024. Seguono Trasporto e Magazzinaggio con 111 vittime, Attività Manifatturiere con 101 vittime e Commercio con 58 vittime. Anche le denunce di infortunio sono aumentate, passando da 585.356 nel 2023 a 589.571 nel 2024 (+0,7%). I settori con più denunce sono Commercio (33.050), Attività Manifatturiere (70.842), Costruzioni (37.220) e Sanità (36.425).

La strage silenziosa dei trattoristi

L’agricoltura continua a essere un settore a rischio, con numerosi braccianti che perdono la vita a causa del ribaltamento dei trattori. Negli ultimi vent’anni, solo nel territorio vibonese, sono morti almeno 20 trattoristi. Gli incidenti si sono verificati in diverse località, tra cui Piscopio, San Calogero, San Costantino, Francica, Filogaso, Capistrano, San Giovanni di Mileto, Zaccanopoli e Sant’Onofrio.

Necessaria una formazione adeguata

Per ridurre questi numeri tragici, è fondamentale promuovere una campagna di formazione sull’uso corretto dei trattori. Questi mezzi agricoli, se non utilizzati in sicurezza, possono trasformarsi in strumenti di morte. Solo con una maggiore consapevolezza e un adeguato addestramento si potrà arginare questa strage silenziosa nei campi italiani.

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