22 Maggio 2025
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Caso “Lido Lo Ionio”, la Corte d’appello di Catanzaro conferma la sentenza: assolto l’imprenditore Valentino

A darne notizia sono gli avvocati Nunzio Raimondi e Concetta Metallo, i quali hanno espresso viva soddisfazione per l’esito del processo

La Corte d’Appello di Catanzaro, all’esito del processo di appello svoltosi conseguentemente all’impugnazione da parte della Procura della sentenza di assoluzione emessa nei confronti di Giovanni Valentino, con sentenza emessa il 18 febbraio ha confermato l’estraneità dell’imputato alla gravissima accusa di tentata concussione contestatogli in concorso con il poliziotto Giovanni Mellace (la cui posizione era stata definita dal gup con sentenza di non doversi procedere confermata in appello). A darne notizia sono gli avvocati Nunzio Raimondi e Concetta Metallo, i quali hanno espresso viva soddisfazione per l’esito del processo.

Il caso

Il caso del Lido Lo Ionio è nato da una denuncia promossa dai coniugi Grampone e Talotta, che si basava esclusivamente sulla testimonianza di Aniello Grampone e della moglie, senza alcun riscontro probatorio. Fin dall’inizio, Giovanni Valentino – ricostruiscono gli avvocati difensori – è stato preso di mira da accuse che puntavano a screditarlo nella gestione del lido. L’assenza di elementi probatori ha portato il gup, e successivamente la Corte d’Appello, a escludere qualsiasi ipotetico accordo tra l’imputato e Giovanni Mellace, il quale era già stato esonerato da ogni addebito in precedenza.

La difesa e il riconoscimento del buon operato

Gli avvocati Nunzio Raimondi e Concetta Metallo hanno accolto con soddisfazione il verdetto, sottolineando la buona fede e la correttezza dimostrate dall’imprenditore da loro assistito. “La conferma dell’assoluzione di Giovanni Valentino rappresenta un segnale forte per la giustizia a Catanzaro. La vicenda sottolinea l’importanza di basare le decisioni giudiziarie su prove concrete, piuttosto che su mere supposizioni. Il caso del Lido Lo Ionio si configura così come un monito contro l’uso strumentale delle denunce infondate e riafferma il valore della verità nel panorama giudiziario italiano”.

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