Si è avvalso della facoltà di non rispondere il fidanzato della 25enne arrestata la scorsa settimana e posta ai domiciliari con l’accusa di aver soffocato i due gemellini appena partoriti nel luglio del 2024. L’uomo, accompagnato dai suoi legali, gli avvocati Sergio Laganà e Giovanni Tavilla, era stato convocato dal pm Chiara Greco presso la Procura di Reggio Calabria, ma ha scelto di non rilasciare dichiarazioni. All’uscita dagli uffici giudiziari, ha lasciato il palazzo con un cappellino calato sul viso.
Indagato per favoreggiamento
Secondo quanto ipotizzato dalla Procura di Reggio Calabria, il giovane avrebbe saputo quanto accaduto ma non avrebbe mai riferito nulla alle autorità. Per questa ragione è indagato per favoreggiamento. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile reggina, mirano a chiarire il ruolo dell’uomo nella drammatica vicenda e a ricostruire nel dettaglio i fatti di quella notte.
Un altro neonato morto nel 2022: si indaga su un terzo caso
Gli inquirenti sospettano che la 25enne possa essere responsabile anche della morte di un altro neonato, partorito nel 2022. Sono tuttora in corso le ricerche del corpicino, ma al momento non è stato rinvenuto alcun resto riconducibile al piccolo.
La difesa: “Ha collaborato, ora attendiamo gli atti dell’inchiesta”
In una nota, i legali Sergio Laganà e Giovanni Tavilla hanno chiarito la posizione del loro assistito: “Il nostro assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere in attesa di conoscere tutti gli atti dell’inchiesta. Va sottolineato che ha collaborato con gli investigatori, ha reso dichiarazioni e si è sottoposto a tampone molecolare. Ha inoltre fornito spontaneamente il proprio cellulare”.
Gli avvocati hanno aggiunto: “Prima di introdurre ulteriori chiarimenti, attendiamo di avere un quadro completo. Ci riserviamo di farci interrogare in una fase più matura delle indagini”.
Indagini ancora in corso
Il caso, che ha profondamente scosso l’opinione pubblica, rimane al centro delle attenzioni della magistratura reggina. Le indagini proseguono per accertare eventuali responsabilità e fare piena luce sui tre presunti infanticidi che, secondo l’accusa, si sarebbero consumati nel più assoluto silenzio familiare.
