La Corte di Cassazione ha annullato il reato associativo per Giuseppe Mandaglio, ritenuto colpevole di partecipazione all’associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti della cosca La Rosa del locale di Fino Mornasco (Como). La decisione ribalta i verdetti dei precedenti gradi di giudizio, che avevano basato la condanna principalmente sui legami familiari dell’imputato con i vertici del clan.
Le accuse
Mandaglio era stato accusato di aver svolto un ruolo attivo nel traffico di droga, occupandosi del trasporto e della vendita di ingenti quantitativi di stupefacenti in Svizzera. La difesa, tuttavia, ha contestato la validitร delle prove, sottolineando come l’unico episodio di spaccio contestato a Mandaglio fosse avvenuto in concorso con soggetti estranei al clan La Rosa.
Gli avvocati Domenico Villella, Daniele Di Loredana de Marco e Luca Maio, che hanno presentato due ricorsi separati alla Cassazione, hanno inoltre evidenziato la mancanza di motivazioni rigorose nelle sentenze di primo e secondo grado. A loro avviso, i giudici si erano limitati a valorizzare eccessivamente il rapporto di parentela di Mandaglio con i capi del clan, senza fornire riscontri oggettivi o prove di condotte concrete.
L’annullamento
La Cassazione ha accolto i ricorsi della difesa, annullando il reato associativo per Mandaglio. La decisione sottolinea l’importanza di prove concrete e oggettive per dimostrare la colpevolezza di un imputato, ribadendo che i legami familiari non possono essere considerati una prova sufficiente di partecipazione a un’associazione criminale.
L’inchiesta
Mandaglio era tra le 104 persone fermate, nel novembre 2021, nell’ambitoย dell’operazioneย Nuova Narcos Europeaย condotta dalla Direzione distrettuale antimafia diย Reggio Calabriaย che ha visto coinvolte anche anche le Procure di Milano e Firenze. L’inchiesta fece luce su associazioni mafiose e giri di narcotraffico.