13 Maggio 2025
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Calabria

Omicidio D’Arca, l’Appello assolve Cortese dall’accusa di concorso in omicidio

L'Assise aveva inflitto al crotonese la pena di 11 anni di reclusione per concorso anomalo nel delitto, che avvenne nel 2019 sotto i portici della città pitagorica

La Corte d’assise di Appello di Catanzaro ha assolto Giuseppe Cortese dall’accusa di concorso nell’omicidio di Stefano D’Arca, il 54enne crotonese ucciso con cinque colpi di pistola la notte dell’8 marzo 2019 sotto i portici di viale Margherita nel centro di Crotone. Cortese è stato assolto per non aver commesso il fatto. Cortese è stato condannato ad un anno e 4 mesi, con sospensione condizionale della pena, per aver portato la pistola con la quale suo nonno Francesco Pezziniti, ha fatto fuoco contro D’Arca uccidendolo.

La vicenda

L’omicidio del cinquantaquattrenne avvenne poco dopo la mezzanotte dell’8 marzo del 2019. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo si era innervosito per aver perso una scommessa su una partita di calcio e si era sfogato contro gli oggetti del bar Moka gestito da Cortese. A sparargli, però, era stato Francesco Pezziniti che aveva preso dalle mani del nipote la pistola facendo fuoco all’indirizzo di D’Arca, raggiunto da cinque proiettili al petto. Era stato lo stesso Pezziniti a chiamare la polizia e ad assumersi la responsabilità del delitto. La Corte d’assise di Catanzaro aveva per questo inflitto oltre 15 anni di reclusione a Pezziniti per omicidio volontario e 11 anni a Cortese per concorso anomalo nel delitto. Decisione confermata anche in secondo grado dalla corte d’assise d’appello di Catanzaro che aveva tuttavia ridotto a 10 anni e 8 mesi la pena per Giuseppe Cortese. La Cassazione, lo scorso anno, ha dichiarato definitiva la condanna di Pezziniti ma ha annullato con rinvio quella di Cortese che oggi è stato assolto dall’accusa di concorso anomalo in omicidio.

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