La Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale del riesame di Catanzaro, che aveva rigettato l’appello cautelare proposto nell’interesse di Ripepi Paolo, imputato nel processo Maestrale-Carthago e difeso dagli avvocati Giovanni Vecchio e Bruno Vallelunga.
L’aggravamento della misura cautelare
La vicenda in questione nasce dall’aggravamento della misura degli arresti domiciliari, disposto dal Gip presso il Tribunale di Catanzaro, a seguito delle violazioni delle prescrizioni connesse a tale misura realizzate dall’imputato.
Misura non più necessaria
La difesa di Ripepi, dopo oltre un anno dal ripristino aveva chiesto al tribunale di Vibo Valentia, dove è in corso di celebrazione il processo a carico dell’imputato, la degradazione della misura cautelare ritenendola non più necessaria. A fronte del rigetto di tale istanza, è stato proposto appello al Tribunale del riesame, che ha confermato la decisione evidenziando come fosse giustificato il ripristino della carcerazione.
Il ricorso alla Suprema Corte
Avverso tale decisione, la difesa di Ripepi (avvocati Giovanni Vecchio e Bruno Vallelunga) ha proposto ricorso per Cassazione evidenziando il vizio motivazionale conseguente all’omessa risposta all’appello cautelare, nonché alla violazione del principio di adeguatezza della misura cautelare, che deve sussistere non soltanto all’atto della sua applicazione ma anche per tutta la durata della stessa.
Argomentazioni condivise dapprima dal procuratore generale presso la Suprema Corte, che ha chiesto l’accoglimento del ricorso, e infine dai giudici di legittimità, che hanno disposto un nuovo giudizio cautelare.