A Catanzaro, come in molte altre città italiane, i magistrati hanno aderito allo sciopero nazionale indetto dall’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) contro la riforma della giustizia promossa dal governo. Secondo le toghe, il provvedimento mette a rischio l’autonomia della magistratura, alterando il delicato equilibrio tra i poteri dello Stato.
La mobilitazione ha coinvolto giudici e pubblici ministeri, preoccupati per le conseguenze che la riforma potrebbe avere sulla loro indipendenza. L’ANM denuncia un attacco alla magistratura, con il rischio che le decisioni dei giudici possano essere influenzate da pressioni politiche e che venga ridotto il controllo di legalità sulle azioni del governo.
I punti critici della riforma
Tra le misure più contestate dai magistrati vi è il nuovo sistema di valutazione della carriera dei giudici, che secondo l’ANM potrebbe essere condizionato dal potere esecutivo. Un altro punto critico è l’introduzione di maggiori responsabilità personali per le decisioni dei magistrati, una misura che rischia di creare un clima di pressione e intimidazione.
Le toghe sottolineano come questa riforma non migliori il funzionamento della giustizia, ma abbia invece l’obiettivo di limitare l’azione indipendente della magistratura, ostacolando le indagini e il controllo sull’operato del governo.
Musolino (Anm): “Questa è una battaglia per la verità”
A spiegare le ragioni dello sciopero è il vicepresidente dell’Anm, Salvatore Musolino, che ribadisce come questa protesta sia molto più di una semplice mobilitazione. “Il nostro non è solo uno sciopero – spiega Musolino – ma un grido d’allarme per difendere la giustizia dall’attacco del potere politico”. Secondo Musolino, il governo sta cercando di modificare la percezione pubblica della magistratura, descrivendola come un ostacolo alla politica e non come un organo indipendente di garanzia. “Dobbiamo costruire una contronarrazione contro questa propaganda – afferma – perché se passa il messaggio che la magistratura è un problema, allora diventerà più facile controllarla e limitarne il potere”.
Le reazioni del governo e della politica
Il governo difende la riforma sostenendo che essa punti a rendere il sistema giudiziario più efficiente e trasparente. Tuttavia, le opposizioni e numerose associazioni di giuristi si schierano con l’Anm, denunciando il pericolo di un’ingerenza del potere politico nella magistratura. Il braccio di ferro tra magistratura ed esecutivo sembra destinato a proseguire. L’Anm annuncia che la protesta non si fermerà con lo sciopero e che verranno organizzate altre iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica.