La Dda di Catanzaro ha deciso di non fare appello contro l’assoluzione di Gianluca Callipo, ex sindaco di Pizzo. Era stato imputato nel processo “Rinascita Scott” per concorso esterno in associazione mafiosa e abuso d’ufficio, ma, dopo lโassoluzione in primo grado, la procura antimafia ha deciso di rinunciare a ricorrere in secondo grado.
Rinuncia allโappello
Durante l’udienza del processo d’appello, il pubblico ministero, Annamaria Frustaci, e il procuratore generale, Luigi Maffia, hanno annunciato la rinuncia all’appello nei confronti di Callipo e di altri due imputati, Maria Alfonsina Stuppia (ex responsabile dell’ufficio urbanistico del Comune di Pizzo) e Daniele Pulitano, ritenuto dagli inquirenti vicino alla cosca “Razionale-Gasparro” di San Gregorio d’Ippona. Essendo stato abrogato l’abuso d’ufficio, l’accusa ha deciso di rinunciare all’appello nei confronti di Callipo, Stuppia e Pulitano e questo ha determinato l’irrevocabilitร delle assoluzioni disposte in primo grado nei confronti degli imputati.
La sentenza di primo grado
In primo grado il Tribunale collegiale di Vibo aveva assolto Gianluca Callipo, ma nelle motivazioni aveva sostenuto: “Emerge senza dubbio una condotta tutt’altro che trasparente che ha mostrato di acconsentire a contatti e rapporti con esponenti della consorteria criminale verosimilmente con lโintento di ottenerne il consenso in vista delle consultazioni elettorali. La prova appare insufficiente non avendo consentito di individuare lo specifico e consapevole contributo causale che Callipo avrebbe fornito alla consorteria, residuando il dubbio che la condotta abbia effettivamente superato la soglia della mera contiguitร compiacente”. La Dda aveva quindi presentato appello contro lโassoluzione sostenendo “lโinsufficienza e contraddittorietร della motivazione”. La Procura catanzarese aveva inoltre posto lโaccento sulle intercettazioni che avrebbero potuto far luce sulla “perdurante inerzia del Comune di Pizzo” rispetto a unโoccupazione abusiva, nonchรฉ sulle presunte ingerenze sulle attivitร del Comune per societร in cui avrebbe avuto interessi personali”. Accuse che perรฒ escono definitivamente dal processo.