13 Maggio 2025
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Pestaggio di Davide Ferrerio a Crotone, la Cassazione chiude il caso: definitiva la condanna per l’aggressore

Confermata la pena a 12 anni e 8 mesi di reclusione per Nicolò Passalacqua, ritenuto responsabile dell’aggressione che ha ridotto in coma irreversibile il giovane di Bologna. La vicenda era nata da un tragico scambio di persona

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla difesa di Nicolò Passalacqua, sancendo così in via definitiva la condanna a 12 anni e 8 mesi per tentato omicidio. Il giovane, oggi 25enne, era accusato di aver aggredito Davide Ferrerio l’11 agosto 2022 nel centro di Crotone, riducendolo in coma irreversibile.

L’avvocato della famiglia: “Una risposta minima della giustizia”

Dopo la decisione della Cassazione, l’avvocato Gabriele Bordoni, che assiste la madre di Ferrerio, ha commentato: “È la minima risposta che la giustizia italiana doveva dare necessariamente alla famiglia di Davide”.

Uno scambio di persona dietro l’aggressione

L’intera vicenda è stata innescata da un tragico errore. Tutto sarebbe partito da una relazione tra Martina Perugino e un uomo, Alessandro Curto, che si celava dietro un profilo falso, usando il nome di un ex fidanzato della ragazza. La madre della giovane, Anna Perugino, aveva organizzato un incontro per smascherare l’inganno, coinvolgendo il compagno Andrej Gaju, alcuni parenti e Nicolò Passalacqua. Il gruppo si era recato davanti al Tribunale di Crotone, dove avevano individuato Curto. L’uomo, però, si era allontanato, inviando poi un messaggio in cui dichiarava di indossare una “camicia bianca”.

L’aggressione e il processo

Dopo quel messaggio, è avvenuta l’aggressione a Davide Ferrerio, scambiato erroneamente per Curto. Per questo episodio, Anna Perugino è stata condannata a 8 anni in primo grado, mentre il suo compagno Gaju è stato assolto. L’11 marzo si terrà l’appello, con la Procura generale che ha chiesto l’aumento della pena a 12 anni per Perugino e 4 anni per Gaju. Anche Curto è ancora in attesa della sentenza definitiva, dopo l’impugnazione della sua assoluzione.

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