17 Novembre 2025
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Facevano proselitismo digitale per conto dell’Isis: due arresti

Operazione antiterrorismo della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo: un cittadino egiziano e un naturalizzato italiano di origine egiziane sono stati arrestati con l’accusa di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo.





Nessun legame con l’attentato di Bruxelles

L’operazione non ha alcun collegamento con l’attentato a Bruxelles né con l’arresto dello scorso sabato di un 33enne egiziano responsabile di un’aggressione a mani nude ai danni di tre passanti nel capoluogo lombardo impugnando una copia del Corano mentre proferiva frasi come “Allah è grande”.

L’appartenenza all’Isis

I due uomini di origine egiziana arrestati dalla Digos di Milano per la loro “partecipazione “all’organizzazione terroristica internazionale denominata Isis” sarebbero stati “estremamente attivi nella propaganda e nel proselitismo digitale per conto dell’Isis, mettendosi a disposizione dell ‘organizzazione e finanziando ‘cause di sostegno” della stessa alla quale avrebbero prestato giuramento di appartenenza e di fedeltà”. Lo comunica in una nota il procuratore capo di Milano Marcello Viola. I sospetti sono residenti in due paesi dell’hinterland di Milano.

Stando alle indagini, i due, lavoratori nel settore delle pulizie, uno in qualità di imprenditore l’altro di dipendente, si conoscevano di persona. In particolare, uno dei due avrebbe indottrinato l’altro e lo avrebbe convinto a prestare giuramento all’Isis. Un elemento emerso dal ritrovamento di un video, con la cerimonia durante una perquisizione eseguita negli scorsi mesi. 

Le minacce a Giorgia Meloni

Nelle chat e nei messaggi scambiati tra i due si farebbe riferimento a esplicite minacce verso organi dello Stato, tra cui il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Dalle indagini, non risulta che fossero pronti a passare all’azione. I due uomini inoltre avrebbero finanziato l’organizzazione terroristica tramite soldi inviati alle vedove dei combattenti dell’Isis e anche a un militante al sedicente Stato islamico, la cui adesione è stata confermata dagli Stati Uniti d’America. 

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