12 Novembre 2025
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Calabria

Meloni punta su Gaza: carabinieri e genio militare per ricostruire la Striscia

L’Italia si prepara a partecipare alla missione europea per la sicurezza e la bonifica del valico di Rafah, simbolo della nuova fase di cooperazione internazionale

Dopo la firma storica dell’accordo di pace tra Israele e Hamas, siglato a Sharm el-Sheikh sotto la supervisione del presidente egiziano Al-Sisi e dell’ex presidente americano Donald Trump, l’Italia si appresta a giocare un ruolo attivo nella ricostruzione e nella sicurezza della Striscia di Gaza. Secondo quanto trapela da ambienti di Difesa e Farnesina, il governo Meloni è pronto a proporre un contributo militare e umanitario attraverso l’impiego dei Carabinieri al valico di Rafah, nell’ambito della missione europea EUBAM Rafah.

Sette carabinieri già pronti al trasferimento

Il primo contingente – composto da sette militari dell’Arma – potrebbe essere operativo già nelle prossime 48 ore, secondo quanto riportato da Fanpage.it. Si tratta di personale già impiegato in Cisgiordania, presso Gerico, nell’ambito della missione MIADIT Palestina, che addestra le forze di sicurezza palestinesi sotto il coordinamento dello United States Security Coordinator (USSC). Ora i militari saranno trasferiti al valico di Rafah, punto chiave per il passaggio di aiuti umanitari, personale medico e mezzi di soccorso.

Il piano italiano: sicurezza, addestramento e ricostruzione

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha confermato in una nota che “è stata autorizzata la ripresa delle attività italiane nella missione EUBAM Rafah, con la partecipazione del personale dei Carabinieri”. L’obiettivo principale sarà garantire la sicurezza del valico, ma sono allo studio anche interventi del Genio militare per la bonifica di mine e ordigni e per la rimozione delle macerie.

In prospettiva, l’Italia potrebbe partecipare anche a una missione internazionale sotto egida ONU, sul modello dei precedenti interventi in Bosnia o Kosovo, per garantire la sicurezza e la stabilità dell’area.

Un contingente destinato ad aumentare

Per ora non ci sono cifre ufficiali, ma fonti vicine alla Difesa parlano di un possibile aumento del contingente fino a 200 unità. L’espansione della missione dipenderà dai tempi di stabilizzazione della zona e dal coordinamento con gli altri Paesi UE coinvolti. Il contributo dell’Italia, spiegano fonti governative, “sarà sia operativo che formativo, volto a sostenere la nascita di istituzioni di sicurezza locali stabili e autonome”.

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