Nuove contestazioni a Filippo Turetta, oltre a quelle di sequestro di persona e omicidio della sua ex ragazza Giulia Cecchettin, aggravato dal vincolo affettivo, potrebbero essere fatte nell’interrogatorio di garanzia. In quell’occasione, il pm Andrea Petroni, la cui presenza è peraltro facoltativa, potrebbe contestargli in particolare nuove aggravanti come premeditazione, e reati come l’occultamento di cadavere.
L’nterrogatorio non prima di lunedì
Si svolgerà non prima di lunedì l’interrogatorio di garanzia. Filippo Turetta comparirà davanti alla gip Benedetta Vitolo entro cinque giorni dal domani, giorno in cui rientrerà in Italia dopo il via libera dei giudici tedeschi alla consegna. A quanto si apprende, l’interrogatorio non avverrà nell’immediatezza del suo arrivo per lasciare il tempo alla sua difesa di consultare gli atti d’accusa che lo riguardano. La giudice sarà chiamata a pronunciarsi con un’ordinanza solo se la difesa farà richieste specifiche come un’istanza ai domiciliari o l’esecuzione di una perizia psichiatrica.
Turetta atterrerà domani a Venezia, poi in carcere
Salvo contrattempi dell’ultima ora, domani attorno alle ore 12,30, Filippo Turetta atterrerà a bordo di un volo di Stato – molto probabilmente il Falcon 900 – all’aeroporto ‘Marco Polo’ di Venezia-Tessera proveniente da Francoforte sul Meno. Turetta, è in stato di arresto, sotto stretta osservazione, in una cella del ‘Der Rote Ochse’ (oggi JVA Halle I), supercarcere che si trova a Halle in Germania utilizzato dalla Stasi. L’aereo dell’Aeronautica Militare dovrebbe decollare alle ore 8 da Roma per atterrare a Francoforte alle 10.
Sorvegliato 24H
A scortare Turetta saranno gli uomini del Servizio di Cooperazione internazionale di Polizia. Appena sarà in Italia, a Turetta verrà notificata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, quindi condotto in una struttura carceraria dai carabinieri del reparto operativo-nucleo investigativo di Venezia per essere messo a disposizione dell’autorità giudiziaria italiana. Filippo Turetta sarà sorvegliato a vista e da solo in cella nel carcere di Venezia. Non tanto per il tipo di reato di cui è accusato, spiega una fonte qualificata, ma per “l’interesse mediatico e i propositi suicidiari già manifestati”.
Il papà di Giulia
“Dalla morte di Giulia può nascere qualcosa”, ha detto il papà della ragazza uccisa durante l’inaugurazione di due panchine rosse dedicate a Giulia Cecchettin, che studiava ingegneria biomedica. Come si ascolta in un video pubblicato dai siti dei media locali, Cecchettin esorta i ragazzi, ma non solo, a far sì che la morte di Giulia acquisti un senso profondo. “Da questo tragico evento deve nascere qualcosa, vanno bene i messaggi che state dando, vanno bene i minuti di silenzio o di rumore che poi finiranno. Io voglio che tutti i giorni ognuno di noi si fermi e si guardi nella propria vita e provi a fare anche solo un pensiero per pensare a come migliorarla”, ha detto il padre della vittima.
Un vicino segnalò la lite, ma il 112 non intervenne
La Procura di Venezia sta svolgendo accertamenti sui soccorsi dopo che un uomo chiamò il 112 per denunciare una lite in corso in via Aldo Moro, a Vigonovo, tra due persone che poi si rivelarono essere Filippo Turetta e Giulia Cecchettin. In particolare, è da chiarire se una pattuglia dei carabinieri si mosse per intervenire, come dovrebbe avvenire in questi casi. (Agi)


