L’ex cementificio Italcementi di Vibo Marina, chiuso ufficialmente nel giugno 2012, rappresenta oggi uno dei più clamorosi fallimenti di riconversione industriale del Sud Italia. Con una torre di 90 metri, 30 silos e serbatoi, 9 mulini e persino un laghetto artificiale, l’impianto produceva fino a 670mila tonnellate di cemento all’anno, estendendosi su 335mila metri quadrati. Da allora, però, solo silenzio, degrado e abbandono.
Il valzer delle promesse mancate
Dopo l’annuncio della chiusura da parte della Italcementi Group, colosso globale del settore, parte un valzer di promesse politiche e progetti mai concretizzati. Nel 2013 viene coinvolta la società Nomisma, incaricata di individuare soluzioni per la riconversione dell’area. Il risultato? Otto progetti teorici, tra cui un centro di trattamento rifiuti, osteggiato da cittadini e politica locale. Nessuno di questi ha mai visto la luce.
Cambio di proprietà, stessa solfa
Nel 2016, Italcementi viene acquisita dal gruppo tedesco Heidelberg Cement. Ma il cambio di proprietà non porta novità: nessuna bonifica, nessun progetto, solo l’intenzione di vendere l’area così com’è. Nel frattempo, il sito industriale si trasforma in una zona morta, recintata e infestata dalle erbacce, senza prospettive.
Il grande bluff del parco dei sogni
Nel 2021, il comitato Eiponieon Venus presenta un progetto ambizioso, con 200 milioni di euro promessi dalla IGI Investment Group. Dove prima c’era cemento, avrebbe dovuto sorgere un parco polivalente con ruota panoramica, museo, centro di ricerca, università del turismo, spa, cinema, anfiteatro e aree verdi. L’idea piace ai cittadini, ma viene subito gelata dalla proprietà: “Nessuna vendita in corso, nessun accordo firmato”.
Il miraggio della Metals Reborn
L’ultima illusione si chiama “Metals Reborn”. L’ennesimo annuncio: una fabbrica di zinco, ferro-leghe e materie prime ricavate dai sottoprodotti delle acciaierie. Promesse di recupero dell’area e di nuova occupazione. Ma ancora una volta, tutto si ferma alla carta. Nessuna attività, nessun cantiere, solo l’ennesima beffa per i cittadini di Vibo.
Un deserto industriale nel cuore della Costa degli Dei
Oggi, l’ex cementificio è una landa deserta, un pericolo ambientale e sociale nel cuore di una delle aree turistiche più promettenti della Calabria, la Costa degli Dei. Dove c’era lavoro, oggi c’è solo ruggine e silenzio. Eppure, quell’area potrebbe essere una risorsa, un volano per il turismo e l’innovazione. Ma servono visione, coraggio e soprattutto rispetto per un territorio tradito troppe volte.

