Da quarant’anni si dibatte, si scrive e si promette, ma la sanità calabrese resta un disastro. La classifica di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) conferma un’amara realtà: tra i peggiori ospedali d’Italia ci sono strutture calabresi e sarde. Secondo il report, basato su 1.363 ospedali pubblici, i parametri analizzati sono impietosi: tempi di attesa biblici, ricoveri ad alto rischio di inappropriatezza, carenza di personale medico e infermieristico, macchinari obsoleti, pronto soccorso al collasso, bilanci fuori controllo. Gli ospedali di Cosenza e Catanzaro si posizionano tra gli ultimi posti della classifica, a conferma di un sistema che non riesce a risollevarsi, indipendentemente dal colore politico al governo.
Ospedali nuovi? Cantieri a rilento e mafia in agguato
Per contrastare il degrado, da oltre 25 anni si parla di una nuova rete ospedaliera, finanziata con fondi statali ed europei, tra cui il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). In Calabria erano previsti: 12 nuove strutture sanitarie, 61 case di comunità, 20 ospedali di comunità. Ma la realtà è un’altra: i cantieri ci sono ma i lavori procedono a rilento e, in alcuni casi, le aree sono sotto scorta per evitare interferenze mafiose. Vibo Valentia ne è un esempio: il nuovo ospedale a venti anni dalla posa della prima pietra è ancora in costruzione mentre i cittadini attendono cure adeguate.
Il teatrino politico: accuse, scaricabarile e immobilismo
Il dibattito politico si accende senza portare soluzioni. centrodestra e centrosinistra si accusano a vicenda, ma entrambi hanno gestito il sistema sanitario regionale senza migliorarlo. Il consigliere regionale di Forza Italia, Michele Comito, difende l’operato del governatore Roberto Occhiuto e attacca l’opposizione: “Dopo vent’anni di attesa, finalmente si intravede la luce in fondo al tunnel. Il centrosinistra usa solo l’arma del discredito”. Comito sottolinea che la richiesta dello stato di emergenza per la sanità calabrese è fondamentale per accelerare i lavori e aggirare le lungaggini burocratiche. Ma il Centrosinistra ribatte, ricordando i fallimenti passati del centrodestra e accusando Occhiuto di strumentalizzare la crisi.
La verità: una sanità allo sbando e cittadini abbandonati
Mentre la politica litiga, i calabresi restano senza cure adeguate. Gli operatori sanitari, che ogni giorno combattono con scarsità di risorse e turni massacranti, non hanno nulla a che vedere con le colpe dell’edilizia ospedaliera e delle guerre di partito. Le promesse si ripetono, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: ospedali fatiscenti, attese interminabili e strutture che non vengono mai completate. Riuscirà questa emergenza a sbloccare i fondi e garantire finalmente una sanità degna di un paese civile? Oppure ci ritroveremo qui, fra altri dieci anni, a scrivere lo stesso articolo?