I fondi europei sono una delle principali risorse di sviluppo per le regioni meno avanzate, e il Sud Italia, con la Calabria in prima linea, ne è uno dei maggiori beneficiari. Ma quanto di questi miliardi viene davvero speso? Quanto si spreca? E se improvvisamente venissero dirottati altrove, per esempio nel riarmo, cosa accadrebbe a un territorio già fragile? C’è da premettere che questa è un’ipotesi al momento esclusa dalla premier Giorgia Meloni, almeno per quanto riguarda l’Italia. Il pericolo, visti i tempi che corrono, è tuttavia sempre dietro l’angolo.
Cosa sono i fondi europei e da dove arrivano
L’Unione Europea stanzia ogni sette anni enormi risorse per favorire la crescita economica, ridurre le disuguaglianze territoriali e sostenere la transizione ecologica e digitale. I principali strumenti finanziari sono caratterizzati da sigle incomprensibili ai più ma fondamentali per lo sviluppo delle aree più arretrate, Calabria in primi. Uno dei fondi più importanti è riassunto con l’acronimo di FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale): investe in infrastrutture, innovazione e competitività. Poi c’è il Fondo Sociale Europeo Plus (FSP+) destinato a formazione, lavoro e inclusione sociale e, ancora, Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale che ostiene l’agricoltura e lo sviluppo delle aree rurali (FEASR). Meno conosciuto ma ugualmente importante è il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca, il cosiddetto FEAMP che sostiene come si evince dal titolo pesca e la biodiversità marina. Il più famoso di tutti e pure il più attuale oltreché dibattuto è il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), un programma straordinario per rilanciare l’economia post-pandemia, finanziato con il Next Generation EU. L’Italia riceve circa 42 miliardi di euro solo per la programmazione 2021-2027 dei fondi di coesione, senza contare le risorse del PNRR.
Il ruolo cruciale del Sud e della Calabria
Le regioni del Mezzogiorno sono le principali destinatarie di questi fondi: la Calabria, considerata Regione in transizione, riceve una quota significativa per infrastrutture, digitalizzazione, turismo, agricoltura e formazione. Tra i progetti più finanziati ci sono l’alta velocità e trasporto locale, per colmare il divario con il Nord; l’innovazione e startup, per attrarre giovani talenti e investimenti; il sostegno alle imprese agricole, cuore dell’economia calabrese; turismo e beni culturali, con investimenti per valorizzare il patrimonio storico e naturale.
Spesi male o sprecati? Il grande problema dell’Italia
Se da un lato questi fondi rappresentano un’opportunità straordinaria, dall’altro l’Italia fatica a utilizzarli. Secondo la Commissione Europea, il nostro Paese è tra gli ultimi in Europa per capacità di spesa: alla fine del ciclo di programmazione 2014-2020, oltre 30 miliardi di euro risultavano ancora non utilizzati o male impiegati. Le criticità principali? Burocrazia, ritardi amministrativi e progetti poco efficaci. Spesso i fondi finiscono dispersi in micro-interventi senza una visione strategica, invece di essere concentrati su grandi opere trasformative.
Se finissero nel riarmo, cosa perderebbe la Calabria?
Con l’aumento delle tensioni geopolitiche, cresce la pressione per dirottare parte delle risorse europee (e nazionali) verso la difesa e il riarmo. Se ciò accadesse, le conseguenze per il Sud e la Calabria sarebbero devastanti: tagli ai trasporti con meno investimenti su autostrade, ferrovie e il rischio di rimanere isolati. Il dirottamento di questi fondi porterebbero allo stop alla digitalizzazione: meno fondi per internet veloce e smart working nelle aree interne; darebbero un colpo letale all’agricoltura con meno aiuti per aziende e giovani agricoltori, manderebbero in tilt le attività turistiche e il turismo in generale che vedrebbe sottratti i fondi per restauri, promozione e infrastrutture. La Calabria, in particolare, subirebbe il colpo di grazia: disoccupazione e fuga di cervelli inizierebbero a galoppare più di quanto avviene oggi perché ci sarebbero meno formazione e opportunità per i giovani. In concreto, senza i fondi UE la Calabria perderebbe miliardi destinati alla modernizzazione e all’occupazione, rimanendo ancora più indietro rispetto al resto d’Europa.
Sprecarli o perderli: due facce della stessa sconfitta
L’Italia ha due problemi con i fondi europei: non sa spenderli bene e rischia di perderli del tutto. Nel primo caso, si vanifica un’opportunità di sviluppo. Nel secondo, si compromette il futuro di intere generazioni. Se l’Europa decide di destinare più risorse alla difesa a scapito della coesione territoriale, il Sud pagherebbe il prezzo più alto. E la Calabria, che oggi dipende da questi finanziamenti, si troverebbe senza alternative. Siamo sicuri che possiamo permettercelo?