L’antropologo Mauro Francesco Minervino, sebbene sia di Paola, vive oggi a Cosenza in via Popilia. Lo ha detto lui nel corso della presentazione del suo ultimo libro, “Viaggio al monte analogo – Monte Cocuzzo. La montagna-arca” (Oligo, 2023), alla Ubik di Catanzaro Lido, ospite del libraio Nunzio Belcaro che ha avuto parole di stima nei confronti dello scrittore che, fra l’altro, ha riproposto il titolo “La vita desiderata – George R. Gissing, un vittoriano al Sud” (Catizone, 1993).
Monte Cocuzzo: luogo dell’anima
Minervino, da paolano non pentito, nell’ultima sua fatica letteraria indugia sui luoghi dell’anima descrivendo, per dirla con Thomas Mann, “La montagna incantata”, ossia Monte Cocuzzo. Un’area sorprendente che copre sia Cosenza che Paola.
Uno sguardo poetico sulla montagna-arca
L’autore ha parole dolci del massiccio appenninico che fu tanto caro a Gissing. «Eccola lì la grande montagna. Occupa da sola mezzo cielo; alta, solenne coi fianchi spioventi come una immensa piramide che si illumina da sola, sfolgorante nella luce marina del Tirreno, rilucente di neve nelle mattinate di marzo. La montagna solitaria, che per me è quella e non altra, più grande e diversa da tutte le altre montagne». L’incipit è una sorta di biglietto da visita che ci introduce sul perché quei luoghi sono “speciali”.
Un titolo che omaggia Daumal
Il titolo dell’agile eppure intenso lavoro di Minervino è stato mutuato dal libro del filosofo francese René Daumal che, appunto, si chiama “Il monte analogo” dove si trova «una popolazione che discende da uomini di tutti i tempi e che vive soltanto nella speranza di scalare la vetta”.
Statale 18 e la vocazione narrativa
Minervino non è nuovo nel raccontare i propri luoghi. Nel 2010 licenziò “Statale 18” (Fandango Libri, 2010), «Oggi, mentre camminavamo in silenzio, discendendo da un’alta montagna, improvvisamente, alla fine di una profonda foresta, scorsi il mare ai miei piedi: ma quale mare! Rilucente, azzurro: era un cielo capovolto … un altro al mio posto si sarebbe creduto nel mondo delle favole”, così descriveva nel 1812 Astolphe de Custine, il Monte Cocuzzo che si staglia tra Mar Tirreno e Mar Jonio.
Tra Unical, Catanzaro e favole antiche
Minervino, già professore all’Unical e ora docente all’Academia di Belle Arti di Catanzaro, nello svelare i misteri della montagna, racconta anche le favole di Giufà assorbite quando era bambino.
Giufà, eroe-antieroe del Sud arcaico
Giufà? Curioso personaggio popolare presente nella narrativa tradizionale di molti popoli del Sud meridiano, arcaico e preindustriale, Giufà è una delle figure tipiche dell’eroe-antieroe, il finto sciocco, il vagabondo nomade e girovago che riesce a proporsi per l’arguzia, l’originalità delle soluzioni, per la comicità che scaturisce dal suo strano agire. Tipico esempio insieme dello stolto e del saggio, dello sciocco e del furbo, dell’imprevedibile improvvisatore, dell’insofferente antagonista dell’autorità costituita.
Ironia e saggezza calabra
D’altra parte da quelle latitudini è nato il simpaticissimo slang, un condensato di ironia e autoironia picaresca, “Va coglia riganu ara scisa i Paola”.