di Mimmo Famularo – Dal Fioritallini al Fioritabramo? L’immaginazione a Catanzaro potrebbe superare la fantasia in un 2023 che si preannuncia ricco di sorprese e novità. La situazione politica nella città capoluogo di regione è in continua evoluzione e, soprattutto, in grande fibrillazione. Ciò che cova tra i corridoi frequentati da politici e politicanti è fuoco sotto cenere e la calma di queste settimane è solo apparente. C’è chi vorrebbe sfruttare la necessità del sindaco Nicola Fiorita di costruire una maggioranza solida e duratura allargando il perimetro delle alleanze per soddisfare utili tornaconti personali. Così, un giorno sì e l’altro pure, il primo cittadino è preso dalla giacchetta. Un po’ a destra e un po’ a sinistra. Verrebbe naturale un rimpasto per la formazione di una giunta politica di centrosinistra ma il progetto, al quale lavora in prima persona da diverse settimane lo stesso Nicola Fiorita, sta incontrando notevoli difficoltà. L’idea sarebbe quella di un allargamento della maggioranza a Valerio Donato e ai suoi fedelissimi per un esecutivo composto dal Pd (sempre capofila del progetto), Cambiavento (azionista di maggioranza), il gruppo Talerico e quello di Azione. A mettere il bastone tra le ruote i rapporti non certamente idilliaci che intercorrono tra i due ex candidati a sindaco oggi consiglieri comunali. Veti e antipatie più o meno reciproci che aprono scenari clamorosi.
Dal Fioritallini al Fioritabramo?
Il Fioritallini potrebbe andare in soffitta per lasciare spazio a un altro schema, il Fioritabramo, addirittura, un “Abramo 5” sotto mentite spoglie con la regia di Filippo Mancuso, il kingmaker perdente delle ultime Comunali. Dietro le quinte si lavorerebbe a un inquietante minestrone all’italiana o, per restare alle tradizioni culinarie locali, al morzeddu tipicamente catanzarese. Tutti (o quasi) dentro per un governo che qualcuno definirebbe di “salute pubblica” con baricentro spostato sul centrodestra per un’autentica restaurazione dell’ancien regime. La pazza idea di Filippo Mancuso sembra aver trovato sponda in qualche ambiente dell’attuale maggioranza per un accorduni che garantirebbe a Fiorita i numeri necessari a governare ma che, allo stesso tempo, terrebbe fuori dai giochi Donato e i suoi consiglieri comunali. Il dialogo, seppur sottotraccia, è sempre più fitto e le ambizioni politiche di Mancuso sono chiare: fare da stampella all’attuale primo cittadino in questa fase per poi diventare sindaco di Catanzaro alla prima occasione utile. Messo alla porta dalla Lega (a segretario cittadino eletto addirittura un lametino), con la poltrona di presidente del Consiglio regionale sempre più in bilico (il tagliando di metà legislatura è vicino), avrebbe bisogno di nuove postazioni di potere per accontentare i suoi e alimentare la sua forza. Fonti accreditate svelano il piano segreto: ingresso in giunta di due dei suoi uomini più fidati (Lo Stumbo e Rosario Mancuso in pole), contestuale entrata in Consiglio dei primi non eletti e maggioranza all’interno della stessa maggioranza con almeno otto consiglieri comunali a sostegno del nuovo esecutivo.
Verso il suicidio politico del centrosinistra?
In questo valzer di poltrone a farne le spese sarebbero i “tecnici” della giunta Fiorita il cui destino appare ormai segnato: Nino Cosentino, Venturino Lazzaro, Marina Mongiardo, Marinella Giordano. Fuori loro per fare spazio ai nuovi secondo una logica gattopardiana: cambiare tutto per non cambiare nulla e, addirittura, nel caso specifico, tornare al vecchio, cioè all’era Abramo. Restano un paio di interrogativi: cosa farà Fiorita che in campagna elettorale si è schierato non contro Donato ma contro la vecchia gestione del Comune di Catanzaro? Cosa pensano di tutto ciò i “fedelissimi” e “purissimi” di Cambiavento, l’anima socialista dell’attuale maggioranza e il Partito democratico a trazione Fabio Celia? Qual è l’opinione in merito del gruppo di Azione capeggiato dal prof Donato e quello di Antonello Talerico che sogna sempre un posto in consiglio regionale? La risurrezione del centrodestra catanzarese passerà con il il suicidio politico del centrosinistra?