12 Novembre 2025
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La Cgil scrive a Bruxelles per fermare il progetto sullo Stretto: “Il Ponte è un azzardo da 13 miliardi”

Il segretario confederale Pino Gesmundo attacca il governo: “Scavalcate le regole, ignorati i rilievi della Corte dei Conti e dell’Anac. Così si espone il Paese a sprechi e infrazioni”

La Cgil chiede lo stop immediato al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina e lo fa rivolgendosi direttamente alla Commissione europea. In una lettera inviata al vicepresidente Stéphane Séjourné, il segretario confederale Pino Gesmundo solleva dubbi sulla regolarità dell’appalto, riattivato dopo più di vent’anni e con un aumento dei costi superiore al 300%.

“Chiediamo alla Commissione – spiega Gesmundo – di verificare la piena conformità del progetto alla Direttiva europea sugli appalti pubblici, come già suggerito mesi fa dall’Anac al Governo”.

Rilievi ignorati e procedure accelerate: il monito della Corte dei Conti

Il sindacato non usa mezzi termini e punta il dito contro il metodo scelto dall’esecutivo: una corsa contro il tempo per far partire i cantieri, bypassando controlli e sottovalutando i rilievi della Corte dei Conti. “È un comportamento irresponsabile, che rischia di portare a sanzioni, penali e spreco di denaro pubblico”, accusa Gesmundo.

A preoccupare la Cgil è il rischio di irregolarità procedurali che, nel lungo periodo, potrebbero gravare sulle casse dello Stato e compromettere la credibilità istituzionale dell’Italia in sede europea.

“13 miliardi bloccati mentre il Sud affonda”

A rendere ancora più grave la scelta del Governo, secondo la Cgil, è il contesto economico e sociale in cui si inserisce. “È inaccettabile – afferma Gesmundo – congelare 13,5 miliardi di euro per un progetto divisivo e incerto, mentre in Calabria e Sicilia servono investimenti urgenti per completare infrastrutture essenziali”.

Il riferimento è al recente rapporto Silos della Camera dei Deputati, secondo cui mancano oltre 18 miliardi per le opere strategiche previste nelle due regioni, 8 per il ferro, 10 per strade e autostrade.

Cantieri a rilento e manodopera che non c’è

A pesare, secondo il sindacato, non è solo la scelta del Ponte, ma anche la gestione discontinua degli investimenti esistenti. Molte delle opere già avviate, denuncia la Cgil, stanno subendo rallentamenti preoccupanti, mentre le imprese del settore non trovano manodopera specializzata.

“Serve un impegno politico e tecnico serio per portare avanti ciò che è stato iniziato”, conclude Gesmundo. “Il rischio è che, mentre ci si lancia in mega-opere propagandistiche, il Sud resti bloccato nelle emergenze croniche che da decenni frenano lo sviluppo”.

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