16 Maggio 2025
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Calabria

Le prime pagine dei quotidiani di oggi: Trump tra guerra commerciale e pace in Ucraina. L’Europa è spiazzata

L'edicola di Calabria7 con i fatti e gli argomenti del giorno affrontati dai principali giornali italiani in una "spremuta" di notizie riassunte e analizzate dettagliatamente dalla redazione

La giornata si apre all’insegna di tensioni globali e nazionali. Donald Trump (Corriere della Sera) alza il tiro: annuncia **dazi del 25% (Il Sole 24 Ore) ** sulle importazioni dall’Europa – compreso il settore auto – accusando l’UE di essere “nata per fregarci”, mentre sul fronte bellico tratta una possibile pace in Ucraina direttamente con Putin, lasciando l’Europa ai margini. I leader europei si riuniscono sul dossier ucraino ma emergono divisioni: l’Italia polemizza con Francia e Regno Unito sull’ipotesi di inviare **truppe europee (La Repubblica) ** a Kiev, con il ministro Crosetto che avverte che i soldati “non si inviano come fossero fax”, e Mosca dal canto suo respinge qualsiasi forza occidentale sul campo. Intanto Volodymyr Zelensky è atteso alla Casa Bianca per siglare un accordo strategico sulle **terre rare (Il Fatto Quotidiano) ** con gli USA – parte di un possibile piano di pace.

Sul fronte interno, Papa Francesco mostra segnali di miglioramento clinico, con l’insufficienza renale dichiarata “rientrata” dai medici, mentre il governo corre ai ripari contro il caro-bollette preparando un decreto da 2,8 miliardi di euro in sostegno a famiglie e imprese. La cronaca offre anche notizie sorprendenti: a Pompei riemerge uno straordinario affresco dedicato a Dioniso, e nel calcio la **Juventus (La Gazzetta dello Sport) ** subisce una clamorosa eliminazione dalla Coppa Italia per mano dell’Empoli – un crollo storico che scuote il club bianconero.

Trump dichiara guerra commerciale all’Europa

L’esordio di Trump sulla scena internazionale torna ad essere incendiario. Nel suo primo provvedimento di politica economica estera, il presidente USA ha annunciato **dazi del 25% (Il Sole 24 Ore) ** contro i Paesi dell’Unione Europea, colpendo in particolare il settore automobilistico. “L’UE è stata formata per fregare gli USA”, attacca Trump senza mezzi termini, rilanciando una retorica protezionista che riapre il conflitto commerciale tra le due sponde dell’Atlantico. Bruxelles ha immediatamente promesso di “reagire con fermezza”, preparando contromisure sui prodotti americani.

Questo nuovo scontro economico transatlantico preoccupa le cancellerie europee e gli ambienti economici: il presidente di Confindustria Carlo Bonomi parla di “ora buia, tenuta dell’Unione a rischio”, evidenziando il timore che una guerra commerciale possa minare una fragile congiuntura e la coesione europea. Mentre i mercati finanziari restano volatili, paradossalmente le Borse europee hanno trovato slancio grazie alle prospettive di pace in Ucraina, toccando record ultradecennali – un ottimismo che potrebbe svanire se il conflitto sui dazi dovesse aggravarsi. In sintesi, Trump ha lanciato un chiaro messaggio: America First è tornato, e l’Europa dovrà affrontarne le conseguenze sul piano commerciale e diplomatico.

Europa divisa sulla missione in Ucraina

Sul fronte della guerra in Ucraina, l’Europa appare divisa e in affanno. Nell’ultimo vertice dei leader UE dedicato al conflitto, è emersa l’ipotesi di una missione di peacekeeping europea da schierare sul terreno qualora si raggiungesse un cessate il fuoco. L’idea, sponsorizzata da Emmanuel Macron e dal neo-premier britannico Keir Starmer, mira a dare all’Europa un ruolo attivo nella stabilizzazione post-bellica. Tuttavia, ha incontrato subito resistenze: il governo italiano ha reagito con irritazione, espressa a chiare lettere dal ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha esteso le critiche anche a Londra.

“I contingenti non si inviano come fossero fax”, ha tuonato Crosetto, sottolineando che non si possono dispiegare soldati con leggerezza e senza un chiaro mandato. Roma insiste che eventuali truppe debbano operare solo in ambito NATO, non sotto egida UE improvvisata. Dalla Russia è arrivata una chiusura netta: il ministro Lavrov ha avvertito che “non accetteremo truppe europee (La Repubblica) in Ucraina”, ribadendo la contrarietà di Mosca a qualsivoglia forza internazionale sul territorio conteso.

Zelensky in USA: terre rare in cambio della pace?

Mentre l’UE discute, i riflettori si spostano su Washington. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sarà ricevuto alla Casa Bianca, in quello che appare come un incontro cruciale per definire i termini di una possibile tregua. Sul tavolo c’è un accordo strategico sulle **terre rare (Il Fatto Quotidiano) **, le preziose risorse minerarie di cui l’Ucraina è ricca e che fanno gola all’industria tecnologica e della difesa degli Stati Uniti. Trump ha fatto capire senza troppi giri di parole che l’intesa sulle terre rare (Il Fatto Quotidiano) è la condizione preliminare per qualsiasi ulteriore passo: «Se non è chiuso l’accordo, è inutile che Zelensky venga», avrebbe dichiarato.

Secondo indiscrezioni, il patto prevederebbe investimenti americani e aiuti nella ricostruzione in cambio di concessioni minerarie in joint-venture al 50%. Inoltre, Trump ha stroncato le ambizioni di Kiev di entrare nella NATO, affermando senza mezzi termini che “l’Ucraina si scordi l’Alleanza”. Questo altolà sulla NATO sancisce di fatto uno dei cardini della “Pax trumpiana”: niente adesione atlantica per Kiev e neutralità garantita, in cambio della pace.

Le principali notizie in Calabria

Nei quotidiani odierni c’è spazio anche per importanti vicende che toccano la Calabria e i suoi cittadini. In ambito giudiziario, si segnala la svolta definitiva nel caso del delitto Pagliuso: la Corte di Cassazione ha confermato l’ergastolo per Marco Gallo, ritenuto il killer dell’avvocato Francesco Pagliuso, assassinato a Lamezia Terme in un agguato di ‘ndrangheta nel 2016​. Si chiude così una vicenda dolorosa per la comunità locale, con la condanna definitiva dell’esecutore materiale di un omicidio eccellente (Gazzetta del Sud).

Sul fronte della sanità regionale, tiene banco la polemica tra Catanzaro e Cosenza: il consigliere regionale Ernesto Alecci richiama l’attenzione sul rischio di uno “scippo” ai danni del capoluogo catanzarese, denunciando l’ipotesi di dirottare la Cardiochirurgia del Sant’Anna Hospital verso l’ospedale di Cosenza​. La politica cittadina di Catanzaro è in subbuglio e chiede di investire sul polo sanitario del capoluogo, anziché depotenziarlo a vantaggio di altre province.

Intanto a Lamezia Terme si profila una candidatura di peso per le prossime elezioni comunali: l’ex parlamentare Doris Lo Moro ha ufficializzato la discesa in campo per la carica di sindaco, lanciando un appello all’unità del centrosinistra. “Stiamo lavorando per trovare l’unità”, ha dichiarato Lo Moro dopo un incontro al Nazareno, ottenendo l’appoggio di un fronte ampio di partiti progressisti​. La sua investitura formale potrebbe arrivare sabato, in una riunione degli iscritti PD convocata per ratificare la candidatura unitaria.

A Crotone, invece, fa discutere l’evoluzione di un caso di cronaca nera: secondo il tribunale del Riesame non vi fu volontà di uccidere nell’aggressione subita da un ispettore di polizia ad opera dei fratelli Chimirri. ​L’episodio, avvenuto tempo fa e culminato con un colpo di arma da fuoco esploso dall’ufficiale (che ferì uno degli aggressori), viene ora ricostruito come una colluttazione grave ma non un tentato omicidio premeditato.

Focus del Giorno: l’Europa al bivio tra la “Pax Trumpiana” e la propria unità

Il tema centrale che emerge dalla rassegna odierna è la posizione dell’Europa di fronte alla nuova strategia geopolitica di Trump, una sorta di “Pax Trumpiana” che sta ridisegnando gli equilibri internazionali. Da un lato, Washington tratta direttamente con Mosca il futuro dell’Ucraina, imponendo condizioni dure ma aprendo spiragli di pace; dall’altro, gli Stati Uniti inaugurano un braccio di ferro commerciale proprio contro gli alleati europei. Questo duplice approccio mette l’Unione Europea di fronte a una sfida storica. Dopo anni di sostegno incondizionato a Kiev, i partner UE si ritrovano esclusi dal tavolo principale delle trattative: la pace in Ucraina rischia di essere decisa bilateralmente tra USA e Russia, con Zelensky chiamato ad adeguarsi e l’Europa relegata a spettatore di lusso. La reazione del Vecchio Continente è finora oscillante. Da una parte si parla di rafforzare la Difesa comune europea, accelerando su quello che alcuni chiamano l’esercito europeo. Dall’altra, mancano una visione unitaria e strumenti concreti: chi davvero comanderebbe queste forze? Con quali armamenti e sotto quale mandato? Come ricorda La Verità, i problemi non sono da poco: le Costituzioni nazionali – a partire da quella italiana che “ripudia la guerra” – pongono seri vincoli, e c’è il rischio che una forza armata comunitaria finisca per essere utilizzata come polizia internazionale senza controllo democratico​

Le divergenze interne sono evidenti: Francia e Regno Unito cercano di guidare la risposta europea (forti anche del loro status nucleare e di membri permanenti al Consiglio ONU), mentre l’Italia fatica a trovare spazio, risentendo dell’esclusione dai colloqui maggiori e temendo iniziative azzardate calate dall’alto. I paesi dell’Est Europa, come Polonia e Stati baltici, guardano con sospetto a qualsiasi piano di pace che conceda qualcosa a Putin, e spingono per una linea dura, mentre nell’Europa occidentale cresce il pragmatismo di chi accetta la Realpolitik trumpiana. Sullo sfondo c’è anche un fattore nuovo: il Regno Unito post-Brexit di Starmer sembra riavvicinarsi al continente nelle politiche di sicurezza, quasi a riconoscere che la propria geografia e destino sono legati all’Europa​

Paradossalmente, è proprio la pressione esterna di Trump a favorire questo riavvicinamento di Londra con Parigi, Berlino e Roma, dopo anni di distacco. Eppure, l’unità europea resta frammentata. La Germania è cauta e concentrata sul possibile impatto economico dei dazi USA, la Francia prova a mediare mantenendo però un piede a Washington (Macron, critico a parole verso la “Pax Trump”, in realtà è volato a Washington a negoziare direttamente con il tycoon​

L’Italia di Meloni oscilla tra atlantismo e difesa degli interessi europei, cercando di non farsi tagliare fuori. Intanto emergono anche elementi di instabilità politica interna all’UE: emblematico il caso della Romania, dove un voto che ha premiato un leader populista filorusso – Călin Georgescu – è stato di fatto annullato con l’arresto del vincitore, alimentando accuse di eversione e interventi anti-democratici​. Questo episodio, passato quasi sotto silenzio nei consessi europei ufficiali, mostra però quanto sia delicata la tenuta della democrazia e delle alleanze in alcuni Paesi membri.

Il focus del giorno mette dunque in luce un bivio cruciale: l’Europa deve decidere se adeguarsi alla strategia di Trump – incassando la pace negoziata secondo condizioni a lei imposte e cercando di limitare i danni sul piano economico – oppure tentare un sussulto di autonomia e unità per affermare un proprio ruolo distinto. La seconda opzione richiederebbe una coesione politica finora mai raggiunta: parlare con una voce sola su difesa, esteri ed economia. Le iniziative in corso (dalla videoconferenza a 27 per “fare quadrato” sulla difesa comune​ al vertice straordinario convocato a Londra) saranno un banco di prova. Riusciranno i 27 a presentarsi compatti al Consiglio europeo del 6 marzo, dove “verranno prese tutte le decisioni sull’Ucraina”​. Oppure prevarranno ancora una volta le divisioni nazionali, consegnando a Trump e Putin le chiavi della soluzione del conflitto? In gioco c’è la credibilità stessa dell’Unione: mai come ora l’Europa si è trovata così in bilico, stretta tra la tentazione di una pace affrettata (ma forse necessaria) e il rischio di vedere frustrate le proprie ambizioni di potenza unita. Il mondo osserva, mentre la storia si muove veloce: per l’Europa è il momento di scegliere se essere protagonista o comparsa nel nuovo ordine globale che si va delineando.

La notizia Extra: il video shock su Gaza firmato Trump

Una notizia atipica e virale rimbalza dalle prime pagine internazionali: un video shock su Gaza diffuso da Donald Trump ha scatenato polemiche e indignazione. Nel filmato, realizzato con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, l’ex presidente USA immagina la striscia di Gaza trasformata in un lussuoso resort sul mare, riservato a facoltosi turisti. Le scene, surreali e provocatorie, mostrano una Gaza reinventata come Las Vegas: alberghi di super lusso, statue d’oro che ritraggono lo stesso Trump, e perfino odalische danzanti attorno a piscine scintillanti​. I leader protagonisti brindano a bordo piscina – Trump insieme all’israeliano Netanyahu – mentre i palestinesi compaiono solo come camerieri al servizio dei potenti, con dollari che piovono dal cielo grazie a un Elon Musk in versione dispensatore di mance​. In un fotogramma si vedono persino due miliziani di Hamas caricaturizzati come ballerine di danza del ventre​.

Il cattivo gusto del video ha fatto il giro del mondo: in molti lo hanno definito un atto di propaganda offensiva verso la tragedia reale vissuta dai palestinesi di Gaza. Trump lo ha presentato come provocazione politica, sostenendo di voler “mostrare come potrebbe essere Gaza” se ci fosse pace e investimenti, ma la trovata gli è valsa un’ondata di critiche. Da più parti – mondo arabo, organizzazioni umanitarie, ma anche opinione pubblica occidentale – si denuncia l’insensibilità di trasformare in farsa pop la distruzione e la sofferenza di un territorio martoriato. Analisti sottolineano inoltre i pericoli di questo uso spregiudicato dell’AI: video simili, altamente manipolatori, possono distorcere la percezione pubblica e banalizzare conflitti complessi. Non è la prima volta che Trump ricorre a mezzi spettacolari per far parlare di sé, ma questa iniziativa ha toccato un nervo scoperto. Mentre a Gaza si cerca di ricostruire dopo anni di guerra, vedere la propria realtà raffigurata come un parco giochi per miliardari è apparso a molti un insulto.

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