13 Maggio 2025
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Astensionismo record, l’allarme di Saccomanno: “Politica in crisi di fiducia, serve una vera riflessione”

Il presidente del Centro studi "Giustizia&Giusta" alla vigilia del referendum prospetta un quadro desolante in merito alla partecipazione degli italiani al voto

“La politica deve interrogarsi seriamente sul perché un numero così elevato di italiani abbia scelto di disertare le urne”. Questo è il monito lanciato da Giacomo Francesco Saccomanno, presidente del Centro studi “Giustizia&Giusta”, davanti al dato allarmante dell’astensionismo che ha segnato le ultime elezioni nazionali.

Affluenza ai minimi storici

“Nelle ultime elezioni nazionali l’affluenza è stata del 63,91%, con una perdita di oltre il 9% rispetto alle precedenti. Un’assenza che deve far preoccupare, rappresentando il dato più alto in assoluto da quando l’Italia è una Repubblica – afferma nella sua disamina – Si registra, invero, un astensionismo in aumento, un dato che deve far riflettere: mai così pochi italiani al voto nella storia delle elezioni politiche e non”.

Un declino lento e inesorabile

Saccomanno traccia un parallelo con il passato, sottolineando la distanza siderale dall’epoca in cui la partecipazione al voto era massiccia e sentita come un momento cruciale di democrazia e di protagonismo civico. “Sono lontanissimi i tempi in cui gli italiani andavano in massa a votare sia come momento di alta democrazia e sia perché si sentivano protagonisti della vita politica del paese”. Il presidente del Centro studi “Giustizia&Giusta” fornisce un quadro storico dell’affluenza alle elezioni politiche per la Camera dei Deputati dal 1948 al 2022, evidenziando un trend negativo costante: Di seguito i dati che si sono registrati nel corso degli anni: “1948: 92,23%; 1953: 93,84%; 1958: 93,83%; 1963: 92,89%; 1968: 92,79%; 1972: 93,19%; 1976: 93,39%; 1979: 90,62%; 1983: 88,01%; 1987: 88,83%; 1992: 87,35%; 1994: 86,31%; 1996: 82,88%; 2001: 81,38%; 2006: 83,62%; 2008: 80,51%; 2013: 75,20%; 2018: 72,94%; 2022: 63,91%”.

Il punto più basso alle Europee

Per Saccomanno, questo dato rappresenta un ulteriore campanello d’allarme sulla disaffezione dei cittadini verso la politica. “Infine, per la prima volta nella storia, alle Europee 2024 ha votato meno di un italiano su due, il 49,69% degli aventi diritto.”

Le cause profonde dell’astensionismo

“L’astensionismo in Italia, pertanto, non ha una sola risposta, ma stimola delle indispensabili riflessioni e analisi. Certamente, sotto un primo aspetto generale, la politica ha perso la fiducia degli elettori, che non credono più nei partiti e nelle persone che li rappresentano. Molte chiacchiere e pochi leader – prosegue Saccomanno – E, poi, la consapevolezza che tutto cambia per non cambiare nulla! Infine, in sintesi, non esiste un programma politico che guardi in prospettiva cosa si vuole fare e come si sogna l’Italia. Una assenza assoluta di veri principi e di una linea politica concreta e aderente alle esigenze della gente. Una povertà culturale e di idee che ha allontanato gli italiani dalle elezioni e dalla stessa vita politica”.

Dibattito politico privo di contenuti

Saccomanno critica aspramente la qualità del dibattito politico e la mancanza di una visione chiara per il futuro del Paese. “Basta aprire il televisore per rendersi conto della pochezza dei personaggi politici e della mancanza di una prospettiva reale di crescita e di una chiarezza di esposizione delle ragioni per le quali si deve preferire questo o quel partito, questo o quell’argomento. Qualunque dibattito, anche su questioni molto serie, dimostra che ci troviamo dinnanzi ad un muro contro muro, a degli slogan, spesso vuoti, alla assoluta carenza di serio dialogo e sereno ragionamento. Un’opposizione vuota e con accuse fuori luogo, spesso frasi irriguardose e, comunque, una incomprensibilità del pensiero che si vorrebbe far passare – prosegue nella sua lucida analisi – Da tale situazione, l’italiano esce disorientato, smarrito, spaesato e, comunque, seccato di come non si riesca a parlare in corretto italiano ed a esplicare nozioni comprensibili. Quindi, la massima sfiducia che si traduce in assenteismo”.

L’indifferenza della classe politica e il fallimento dell’Europa

“Di tutto ciò, però, non sembra che la classe politica si sia resa conto o si voglia rendere conto! Non sembra che si sia voluto aprire un dibattito su questo e su come poter riacquistare la fiducia degli italiani. Un’assenza totale di possibili riflessioni, anche perché oramai il sistema porta solamente al clientelismo evidente, che non ha, certamente, necessità, spesso, di veri leader o persone che possano disegnare strategicamente e produttivamente una Italia diversa. Ed in tale contesto, l’Europa è stata ed è un fallimento non essendosi resa conto che i cittadini hanno necessità di risposte sulle innumerevoli esigenze che non si riescono a colmare. E poi le politiche ambientali ed economiche errate che hanno indebolito gli Stati e che hanno aumentato le differenze sociali con aumento della povertà, che oggi in Italia supera il 23%”. In conclusione, Saccomanno lancia un appello alla responsabilità, sottolineando la necessità di un cambio di rotta radicale per ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. “Non è facile, certamente, parlare di questi argomenti perché spesso gli interlocutori non hanno idea di cosa sia l’istituzione e di come bisognerebbe comportarsi nel rispetto dei ruoli e dei principi costituzionali. Improvvisazione che bada solo all’acquisizione del consenso, anche, a volte, di natura diversa da quella legale e spontanea, e che, comunque, lascia fuori chi potrebbe per cultura, capacità, intelligenza fornire un contributo vero e indispensabile per affrontare le tante sfide globali che ci aspettano.”

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