13 Maggio 2025
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Calabria

Gianmarco Cimino: “Non chiederò mai permesso ai mediocri”. Il giovane sindaco calabrese temuto dai cacicchi del centrosinistra

Non ha ancora trent’anni, è considerato una promessa della politica pragmatica e moderna, ma il sindaco di San Mango D’Aquino deve fare i conti con chi predica il ricambio generazionale ma pratica l'ostracismo. Un'intervista senza filtri su politica, istituzioni, futuro

Non ha neanche trent’anni, ma è impastato di pensiero politico puro, Gianmarco Cimino, sindaco dal 2023 della (un tempo) socialistissima San Mango D’Aquino, paese bello, ai confini della provincia di Catanzaro con vista sulla Valle del Savuto e sul Tirreno.
Un comune-rampa di lancio per i suoi figli politici più generosi e visionari, vedi Leopoldo Chieffallo, il mitico “Zio Leo”, che dopo averlo lastricato di progresso per decenni, ha scalato, meritatamente, posizioni importanti fino a ricoprire, tra gli altri, gli incarichi di presidente della provincia – quando gli enti intermedi erano cosa seria, non cimiteri di funzioni come oggi – e quello di assessore regionale.
Ma San Mango ha portato fortuna anche all’ex suo primo cittadino, Luca Marrelli, tornato anni fa nella natìa terra lombarda dove onora il ruolo di consigliere regionale, a stretto contatto con il governatore Fontana, senza mai dimenticare le proprie radici.
Corteggiatissimo da ambienti moderati e persino dal centrodestra, Gianmarco Cimino è un uomo di sinistra moderna, progressista ma mai fanatico.
Ha idee chiare su come amministrare, sa contagiare anche altri sindaci, e, soprattutto, sa fare gruppo.
Eppure Cimino, insieme ad altri amministratori giovani e capaci, è anche simbolo – suo malgrado – della pochezza di un centrosinistra calabrese che a parole invoca i giovani, ma nei fatti li boicotta appena emergono.
Perché in Calabria, troppo spesso, chi porta energie nuove viene accolto da un muro di invidia e frustrazione da parte di chi ha già avuto, senza voler mollare nulla.
Un fenomeno sociologico che dovrebbe far riflettere Nicola Irto, prossimo segretario regionale del Pd: non ci si può lamentare del mancato ricambio se a bloccare tutto è una casta di ex-promesse diventate tappi.
Non si tratta di rottamare l’esperienza, ma di aprire spazi veri ai giovani, senza accoglierli come fossero un peso.


1) Sindaco, la sua San Mango D’Aquino è da sempre fucina di buona politica, eppure, come molti centri, deve faticare parecchio per avere la giusta attenzione istituzionale. Com’è il rapporto con le istituzioni regionali, come lo vorrebbe?

San Mango d’Aquino ha una tradizione politica solida, radicata nei valori della buona amministrazione. Il rapporto con la Regione è positivo e improntato alla collaborazione, ma non posso nascondere che spesso il sistema istituzionale fatica a rispondere tempestivamente alle necessità delle comunità. Ho un rapporto diretto e franco con il Presidente Occhiuto, che dimostra sensibilità e apertura verso i Sindaci. È un dato importante, ma il sistema nel suo complesso ha bisogno di un cambiamento. Continueremo a essere interlocutori seri, propositivi e pronti a fare la nostra parte.


2) Come vede il futuro del centrosinistra regionale, come lo si può rendere competitivo?

Da Sindaco, pur senza tessere di partito, posso dire che la politica deve tornare a radicarsi nella realtà quotidiana delle persone, superando la gestione astratta delle ideologie. Il centrosinistra ha il compito di raccontare una visione pragmatica, che affronti i problemi reali – dal lavoro alla sanità, dalla sicurezza alla sostenibilità ambientale – con soluzioni concrete e realizzabili, non con promesse vuote. In questo contesto, la comunicazione gioca un ruolo cruciale. Il centrosinistra deve riuscire a comunicare in modo chiaro ed efficace, senza appesantire il messaggio con tecnicismi incomprensibili o ideologie lontane dalla vita delle persone. La “percezione” gioca un ruolo da King Maker nella politica odierna. Solo così potrà riconquistare la fiducia e costruire un’alternativa credibile. Una visione di governo che si basi sulla concretezza, sulla responsabilità e sulla capacità di rinnovarsi. Non vedo alternative.


3) Che idea si è fatto del rendimento dei consiglieri regionali espressi dal suo territorio, più in generale dalla zona centrale della Calabria?

La mia impressione sul rendimento dei consiglieri regionali della zona centrale della Calabria è chiara: manca quel carisma politico fondamentale per far emergere e valorizzare le enormi potenzialità del nostro territorio, che è ricco di risorse e opportunità. Se la politica fosse in grado di esprimere una leadership forte, visionaria e capace di saper dirigere con coraggio e determinazione, non assisteremmo a un territorio che subisce gli appetiti di interessi esterni. Al contrario, saremo protagonisti di scelte decisive, capaci di rispondere concretamente ai bisogni reali. Oggi, invece, sembra che la politica fatichi a svolgere appieno il suo ruolo di guida.


4) Quali interventi legislativi si sente di sollecitare al parlamentino calabrese?

Al parlamento calabrese sollecito un intervento deciso e coraggioso sulla governance degli enti locali. Con molta franchezza, dico che noi Sindaci, purtroppo, non abbiamo il coraggio di farlo, ma questa è una riforma imprescindibile. 404 comuni in Calabria sono troppi, e tra non molto rischiamo di trovarci a governare il nulla. È una priorità che richiede visione e audacia, con l’obiettivo di ottimizzare le risorse e garantire servizi adeguati ai cittadini. Un processo del genere va accompagnato con il pieno coinvolgimento delle comunità locali, per evitare che diventi una mera imposizione dall’alto.


5) Parliamo del suo prodotto amministrativo, di cosa va già fiero?

Tra poche settimane saranno due anni di amministrazione, e ciò di cui vado più fiero è aver stimolato un autentico senso di comunità, dove anche chi ha opinioni diverse si sente parte di un progetto comune. Ma quello che mi entusiasma di più è la visione a lungo termine che stiamo costruendo. Abbiamo avviato un ambizioso processo di riqualificazione delle infrastrutture abbandonate, restituendo valore a spazi che sembravano destinati all’oblio. Inoltre, stiamo tracciando la strada per una San Mango orientata al mercato turistico, un settore in cui il nostro paese non si era mai affacciato prima. In questi due anni, pur brevi, la direzione di sviluppo sostenibile e normalizzazione sta prendendo forma, portando nuove opportunità al nostro territorio. La nostra visione è chiara: trasformare San Mango in un punto di riferimento per il futuro, dove innovazione e tradizione possano crescere insieme.


6) In molti la vedono come possibile candidato alle elezioni regionali, un pensierino ce fa?

Ad oggi, il mio pensiero è totalmente concentrato sull’amministrazione della mia comunità. Fare il Sindaco è un compito complesso, ma è anche il ruolo che ha il maggiore impatto sulla vita quotidiana delle persone. Riguardo al futuro, credo che, alla fine, siano altre le mani a decidere, quelle di Dio. La politica, come la vita, è fatta di scelte, ma il cammino va percorso passo dopo passo.

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