23 Giugno 2025
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La congiura dei “Romeo boys” e l’insospettabile cavallo di Troia, altro che svolta a Vibo: sinistra frantumata

Sono le 19.30 di un tranquillo mercoledì sera. E’ Santa Lucia e a Vibo tiene banco la vicenda dello stadio “Luigi Razza”. A irrompere all’improvviso sulla scena è il whatsapp congiunto dei due aspiranti candidati a sindaco del centrosinistra il dem Enzo Romeo e il grillino Domenico Santoro. Due messaggi, stesso testo: a prima vista sembra un clamoroso passo indietro di entrambi per favorire l’allargamento della coalizione e nuove interlocuzioni con gli alleati. La svolta è solo apparente perché nella sostanza si tratta di una vera e propria alleanza tra i due ex antagonisti che, in un colpo solo, fanno fuori il giornalista Pietro Comito, il papabile candidato civico gradito ai big nazionali e regionali del Movimento Cinquestelle e sostenuto dal leader di Umanesimo Sociale, il dottore Domenico Consoli. Il messaggio di Romeo e Santoro è chiaro solo in parte e nella parte in cui si rivendica la necessità di trovare un profilo di candidato a sindaco prettamente politico “poiché la difficile situazione del Comune di Vibo Valentia richiede una figura esperta di dinamiche amministrative”. Come dire: noi lo siamo, Comito no.





L’incontro-scontro, la mediazione del medico e la bozza rivista

Ma procediamo con ordine e riavvolgiamo il nostro. La macchina del tempo ci riporta a due settimane fa. Secondo quanto raccontatoci da una fonte che preferisce rimanere anonima, nello studio del candidato del Pd in pectore Enzo Romeo, in pieno centro cittadino, va in scena un burrascoso incontro-scontro con l’apparente competitors Domenico Santoro, consigliere comunale uscente, capogruppo del Movimento Cinquestelle e anche lui aspirante sindaco. Un faccia a faccia iniziato male e finito malissimo, ai ferri corti. I rapporti sono ai minimi termini e per mediare viene chiamato un noto medico, già consigliere provinciale, vicino a Romeo e amico anche di Santoro. I due si ritrovano nel suo studio e l’incontro sancisce non solo la pace ma l’avvio di una nuova strategia nel bene del centrosinistra e della città. Viene redatta una bozza che Calabria7 ha potuto visionare. E’ una nota congiunta con i nomi sia di Romeo che di Santoro con la quale i due “si dichiarano disponibili a rimettere le loro indicazioni alla disponibilità dei partiti di appartenenza”. Una ritirata strategica per Romeo e un passo in avanti per il Movimento Cinquestelle che riapre il tavolo dei progressisti così come concertato a livello regionale e nazionale. C’è, però, un ultimo passaggio da fare e qui iniziano le complicanze come spesso accade quando di mezzo c’è il Pd. Il segretario cittadino Francesco Colelli frena e rivede il testo che Romeo a questo punto non firma. La location stavolta è un bar ed è qui che spunta la seconda versione, quella definitiva che nel giorno di Santa Lucia finisce per essere trasmessa via whatsapp ai giornalisti.

Dalla bozza al pasticcio: la vittoria di Pirro del Pd e le tensioni nei Cinquestelle

Il ritiro delle candidature non c’è più. Più che un passo indietro e un passo di lato. Una finta. Romeo firma, Santoro pure ma dimentica di avvertire il suo superiore, ovvero il deputato Riccardo Tucci che, nel frattempo, aveva dato il via libera alla prima versione, quella del ritiro in accordo con Antonio Lo Schiavo e Domenico Consoli, gli altri alleati che, non a caso, avevano convocato per venerdì 15 dicembre un’apposita conferenza stampa. Tutto apparecchiato insomma. Sui giornali però finisce la versione che aggrada a Colelli e compagni e il pasticcio è servito. Tucci lo scopre direttamente dai giornalisti e nel Movimento Cinquestelle si apre un’autentica voragine. L’insospettabile Domenico Santoro vittima di un tranello o complice di una congiura orchestrata a tavolino dai Romeo boys? E’ politica bellezza, dirà Francesco Colelli. Una vittoria sì, ma di Pirro. Enzo Romeo è l’apparente vincitore con Domenico Santoro nell’insospettabile ruolo di cavallo di Troia che ha disarcionato il Movimento Cinquestelle. All’angolo sono finiti Riccardo Tucci, Domenico Consoli e Antonio Lo Schiavo, gli sconfitti. Per ora.

La presa di posizione del “sindaco dei miserabili”

La partita è tutt’altro che chiusa e registra la presa di posizione di Pietro Comito, il candidato civico che evidentemente fa paura e che il sistema prova a rigettare. La sua reazione su Facebook mette ulteriore pepe alla vicenda e il titolo è tutto un programma: “Non ci sarà il sindaco dei miserabili”. Comito saluta e si toglie un paio di sassolini tra le righe: “I due candidati in pectore alla guida della città, Enzo Romeo e Mimmo Santoro, a cui rivolgo il mio plauso sincero, fanno un passo indietro per favorire un campo largo del centrosinistra, a patto però che il frontman sia una figura politica. È un passo importantissimo ed una indicazione chiara per partiti e associazioni. Ciò ovviamente – scrive scritto – esclude la possibilità che il candidato della coalizione sia espressione della società civile. Un passo di tale responsabilità ha un prezzo che va pagato e la coalizione deve, giocoforza, tenerne conto. Amarezza? Quanto basta, il giusto, senza esagerare. A conti fatti, però, va bene così. In fondo sono un idealista. A me del ruolo, del prestigio e, soprattutto, del potere e dei soldi, non importava un fico secco”. Fine della storia. Niente affatto.

Lo scenario e il ruolo di Antonio Lo Schiavo

Il giallo-pasticcio della nota stampa diramata da Romeo e Santoro ha provocato tensioni fortissime tra le viscere del Movimento Cinquestelle dove più di qualcuno dà del traditore al capogruppo in Consiglio comunale. Le manovre dei Romeo boys sembrano mal digerite da più di qualche big regionale del Pd che finora ha assistito allo spettacolo senza metterci la faccia. E’ probabile che il caso Vibo diventi però un dossier da affrontare a livello nazionale. D’altronde il segretario regionale Nicola Irto e il deputato Riccardo Tucci si erano incontrati recentemente a Roma per cercare di sbloccare la situazione. Tutto potrebbe cambiare in un attimo spazzando via dalla scena gli stessi Romeo e Santoro. E’ la politica bellezza. Come? Il pallino è nelle mani di Antonio Lo Schiavo, il preferito di Pd e M5S sia a livello nazionale che regionale. Sia Irto che Tucci ma anche Consoli lo ritengono il candidato ideale per riunire i progressisti e l’area moderata. Ora deve decidere se restare sulla comoda poltrona di consigliere regionale di opposizione dove guadagna tanto ma nulla conta o fare la storia della sua città cercando di diventare sindaco, magari prendendosi la rivincita rispetto al 2015. Il suo sì a questo punto è forse l’unica via di uscita per passare dal camposanto di una sconfitta più che probabile al campo largo modello Foggia di una vittoria possibile.

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