12 Novembre 2025
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Calabria

La follia dell’aeroporto numero quattro in Calabria: il volo pindarico di Orlandino Greco

L’idea di un nuovo scalo nella Sibaritide divide il centrodestra. Intanto, tra la 106 da incubo e la ferrovia a passo di lumaca, l’unico volo garantito resta quello delle promesse

C’è chi sogna un posto in giunta, chi un posto di lavoro, e poi c’è Orlandino Greco, neo consigliere regionale calabrese, che sogna… un nuovo aeroporto. Sì, in Calabria.
Sì, la stessa Calabria che ha 1,8 milioni di abitanti (di cui circa 500mila che vivono fuori regione), tre aeroporti (Lamezia, Reggio e Crotone) e un tasso di emigrazione che fa sembrare il check-in un atto di resistenza civile.

Greco, con l’entusiasmo di chi ha appena scoperto SimCity 2000, annuncia: “L’aeroporto della Sibaritide è una priorità assoluta”. Priorità, appunto. In una regione dove ancora si lotta per far arrivare il treno prima che il passeggero perda la speranza. Il progetto si chiama “Calabria Golf Destination”, e già il nome sembra uscito da un’agenzia di marketing di Dubai in gita scolastica. L’idea è creare un turismo destagionalizzato, tra mare, montagna e… Boeing. Certo, con le buche sulle strade, il “golf” c’è già: basta guidare sulla Statale 106.

C’è un dato che da solo basterebbe a far atterrare qualunque entusiasmo: in Lombardia, con dieci milioni di abitanti, ci sono quattro aeroporti (Malpensa, Linate, Orio al Serio e Montechiari). In Calabria, con meno di due milioni di residenti (e molti con la valigia già pronta), c’è invece chi sogna addirittura il quarto. A questo punto, più che costruire piste, conviene prenotare uno psicologo di volo.

Rapani: “Basta aeroporti, serve buon senso”

E mentre Greco progetta piste tra gli ulivi, arriva Ernesto Rapani (Fratelli d’Italia), senatore e autoproclamato paladino del realismo. Rapani poi rincara: “Non costruiamo cattedrali nel deserto”. Giusto. Anche perché in Calabria il deserto c’è già: basta guardare i bilanci dei trasporti regionali. Il senatore porta pure i numeri: 36.166 passeggeri per lo scalo di Crotone quest’anno. Pochi? Forse. Ma almeno reali. E aggiunge, con tono da professore esasperato: “Non serve inventare nuovi aeroporti, serve far volare quelli che abbiamo”.

La Calabria dei cieli (senza ali)

Mentre si discute di piste di decollo, quelle vere – ferroviarie e stradali – restano ancora da completare. La linea jonica viaggia a passo di lumaca, e sulla Statale 106 si circola col rosario in mano. Eppure, l’idea di Greco vola alto: “collegare il territorio al resto del mondo”. Peccato che prima bisognerebbe collegarlo a sé stesso.

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