22 Marzo 2025
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Calabria

Lamezia verso le Comunali, il ritorno di Lo Moro: “La vittoria del centrosinistra qui può cambiare anche la Calabria”

L’ex magistrata e candidata a sindaco del centrosinistra rompe gli indugi: “Abbiamo rischiato di dividerci, ma la compattezza ha prevalso”. Sulle tensioni interne: “Qualcuno ha detto sì con sofferenza, altri hanno usato argomenti imbarazzanti”. La sfida al centrodestra è aperta: “Sanno portare voti, ma la città vuole riscatto”

“Il vantaggio iniziale sugli avversari c’è, speriamo che si confermi anche dopo. Comunque, quello che conta è la coesione ritrovata nel centrosinistra, anche  perché tutto quello che è accaduto all’interno dell’alleanza non è stato proprio lineare. Abbiamo rischiato di portare a lungo il dibattito, oltre il tempo massimo, e questo non avrebbe giovato alla città, ma alla fine il valore-compattezza ha prevalso”. Doris Lo Moro, a “Florointantiminuti” di Radio Crt, non nasconde la propria moderata soddisfazione per il raggiungimento del primo importante risultato: l’unità nell’area progressista.

E’ consapevole che alcuni sì alla sua candidatura a sindaco siano stati dati con sofferenza e non senza travagli. Elaborazioni  in certi casi ideali, squisitamente politiche, e come tali rispettabili, altre meno, originate da frustrazioni neanche ben nascoste (gli occhi parlano sempre) per la nomination mancata. Orrenda poi, degna dei migliori maccarrunari della politica,  la retorica sulla età matura  messa in campo per arginare il ritorno di Doris, che avrà certo i suoi difetti, ma che non ci azzeccano nulla con l’anagrafe. Mancava solo il body shaming come “nobile” tesi di contrasto politico, per il resto si è dato sfoggio ad un armamentario  dialettico talmente vuoto  e imbarazzante da sfociare  nel cabaret di quelli che Doris non la vogliono “perché non ci farebbe toccare palla”.

E che vordì? Boh, misteri delle ossessioni. Ora però c’è da lavorare, perché la nuova sfida lametina, che la vede protagonista, non sarà una passeggiata: il centrodestra pur attualmente sbrindellato è sempre forte, e le liste in fase di compilazione lo attestano, ricche come sono di portatori di voti in una realtà dove il consenso d’opinione soffre, e pure molto. Le  fonti di voto dei partiti di governo sono storicamente tante e robuste nella città della Piana, “ma le intenzioni che muovono i cittadini- ci tiene a precisare la magistrata – non sono sic et sempliciter allineate alle appartenenze ideologiche, quando si gioca una partita comunale. Personalmente sono convinta che ci sarà una fortissima partecipazione al processo elettorale perché le persone  sono ben consapevoli di quanto sia alta la posta in gioco”.

Pure sul piano regionale è altissima, o no?

“Certo, una eventuale vittoria a Lamezia Terme non sarebbe solo un momento di riscatto cittadino, ma anche  un trampolino di lancio per la conquista della Regione Calabria; io credo molto alla prospettiva di un salutare effetto contagio.
Veda, è importante conquistare le municipalità, ma è fondamentale anche il governo della regione per guidare uno sviluppo organico delle aree della Calabria”.

A proposito di aree, quella lametina sembrerebbe fuori dall’agenda di governo regionale, lo affermava polemicamente giorni fa dai miei microfoni anche il candidato a sindaco Bevilacqua..

“Attenzione, non è solo il nostro territorio ad essere fuori dall’agenda di governo, ma tutta l’area centrale della Calabria ad essere trascurata. Pertanto, è necessario trovare le ragioni per un nuovo protagonismo. Guardi, io non ne faccio una questione di campanile, ma di sviluppo armonioso dell’intera Calabria”.

Giorni fa il governo nazionale ha annunciato misure d’emergenza per dare finalmente slancio alla costruzione degli ospedali. Un atto forte, per quanto sollecitato dall’esecutivo a guida Occhiuto. Lei che di sanità se ne è occupata da assessore regionale al ramo nella giunta Loiero, che ne pensa?

“Mi vien da dire che, da un certo punto di vista, siamo ancora al 2007..Mi spiego, già allora si parlava di commissariamento per dare impulso alla realizzazione delle strutture ospedaliere.
Infatti siamo fermi al piano sanitario da me redatto, ma quel che è piu’ grave è che siamo peggiorati, anche per ragioni che esulano dalla politica, vedi l’emergenza Covid.
L’arretramento è palpabile nei servizi. Non possiamo farne una questione solamente di strutture, che pur sono fondamentali, ma bisogna guardare ai servizi ella tecnologia di cui siamo carenti.
Quanto al commissariamento imposto dal governo, partiamo dal dato che esso origini da una richiesta, che però è anche una dichiarazione di fallimento, è inutile girarci intorno.
Tuttavia, ben venga se esso verrà portato avanti con umiltà e con l’obiettivo di realizzare quanto previsto”.

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