Sette miliardi e mezzo di euro spesi, sessant’anni di lavori, un’autostrada ancora incompleta. La Salerno-Reggio Calabria, ribattezzata Autostrada del Mediterraneo, resta una delle più grandi fregature della storia repubblicana. Nonostante i festeggiamenti per la fine dei lavori, la realtà è ben diversa: l’opera non è mai stata completata e presenta criticità enormi su gran parte dei suoi 432 km.
Numeri da capogiro e tratti dimenticati
I numeri sono impressionanti: 7,5 miliardi di euro per il solo ammodernamento, 190 gallerie e 480 tra viadotti e ponti, la cui manutenzione costerà miliardi. Tratti ancora identici a 60 anni fa, come il Morano Calabro-Firmo, Cosenza Sud-Altilia Grimaldi, Pizzo Calabro-Sant’Onofrio. A questi si aggiungono i lavori infiniti sul tratto Campo Calabro – Reggio Calabria-Santa Caterina, dove da quattro decenni non si riesce a capire cosa venga realmente fatto. Le code chilometriche nel tratto Gallico-Reggio Calabria sono la regola, a causa di una manutenzione senza fine.
Viaggiare qui è un pericolo
A dieci anni dall’inaugurazione farsa, la realtà è sotto gli occhi di tutti. Deviazioni e interruzioni ovunque, specialmente tra Lagonegro e Falerna. Corsie uniche per chilometri, senza operai visibili. Pavimentazione dissestata, viadotti a rischio, segnaletica inadeguata. Incidenti frequenti: ogni anno decine di morti e feriti. Mancanza della corsia d’emergenza su una grande parte dell’arteria stradale. Viaggiare sulla Salerno-Reggio Calabria è un pericolo. Nel tratto Polla-Campotenese-Cosenza-Falerna e tra Pizzo-Sant’Onofrio-Serre-Mileto, la fitta nebbia e la segnaletica inesistente rendono la guida un incubo. Aree di sosta trasformate in discariche e parcheggi per camion impraticabili completano il quadro desolante.
Uno scandalo senza fine
Secondo il professore Vittorio Mete, la costruzione della Salerno-Reggio Calabria è “l’opera pubblica più lenta d’Italia”, un progetto segnato da scambi di favori tra imprese e Anas. Nel corso dei decenni, i costi sono raddoppiati, e parte dei fondi sarebbero finiti nelle mani delle cosche mafiose. Nonostante le rassicurazioni di Gianni Vittorio Armani, ex presidente di Anas, che parlava di un’infrastruttura “completata ma non abbandonata”, la realtà racconta tutt’altro.
Serve un’azione immediata
A oltre un decennio dall’ultima inaugurazione, la Salerno-Reggio Calabria rimane un’opera monca, pericolosa e gestita con opacità. Le Procure di Salerno, Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia, Palmi e Reggio Calabria dovrebbero intervenire per far luce su questa vergogna nazionale. Dopo miliardi di euro spesi, i calabresi non meritano di viaggiare su una strada che, più che un’autostrada, è una trappola per automobilisti. È tempo di dire basta agli inganni e ai ritardi: la Calabria merita un’infrastruttura sicura e moderna.