24 Giugno 2025
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Calabria

Nel nuovo centrodestra calabrese zero titoli per Abramo, Tallini e Parente | Calabria7

Com’è apparso evidente già nelle ore immediatamente successive all’ufficializzazione via social della giunta Occhiuto (LEGGI QUI), tra gli osservatori è unanime il parere sul fatto che a dominare la politica calabrese, e in particolare il centrodestra, sia oggi l’asse tra il neo presidente della Regione e i due parlamentari Giuseppe Mangialavori e Francesco Cannizzaro. È, d’altronde, proprio sulla rotta Cosenza-Vibo-Reggio che Roberto Occhiuto ha lavorato di cesello fin dalla composizione delle sue liste, e se eccessivo tatticismo e calo di consensi hanno determinato la riduzione della rappresentanza politica catanzarese in consiglio regionale, la situazione si è riequilibrata territorialmente con il ripescaggio in Giunta del meloniano Filippo Pietropaolo e con l’indicazione del leghista Filippo Mancuso quale presidente in pectore dell’assemblea di Palazzo Campanella.

La luna calante di Abramo

Altrettanto evidente è il trend decisamente calante di alcuni big catanzaresi del centrodestra che, dopo aver masticato amaro rispetto al risultato delle urne, sono rimasti ancora più a bocca asciutta sulla composizione della squadra che governerà la Calabria nei prossimi anni. A partire dal sindaco e presidente della Provincia Sergio Abramo, che in primavera terminerà il suo mandato al Comune e di conseguenza decadrà anche dal vertice dell’ente intermedio. Il suo passaggio pre elettorale in Coraggio Italia, e l’appoggio a Frank Mario Santacroce, non si sono rivelati vincenti dal punto di vista dei risultati: non solo il “suo” candidato è stato superato dal vibonese Francesco de Nisi, ma per l’area del sindaco sono rimaste chiuse anche le porte della Giunta.

Out Parente e Tallini

Zero titoli anche per Claudio Parente, la cui figlia è (salvo ricorsi) rimasta fuori dal consiglio regionale, e per Mimmo Tallini, che ha reagito rabbiosamente nei confronti dei “predoni” che avrebbero invaso il “suo” territorio e a cui ha risposto, abbastanza eloquentemente, lo stesso Mangialavori in un’intervista a Calabria 7 (LEGGI QUI). Se il ceto che in questi anni ha dominato il centrodestra e la politica catanzarese abbia imboccato inesorabilmente il viale del tramonto lo continueranno a confermare, o a smentire, i fatti, a partire dalle elezioni comunali che interesseranno il capoluogo a primavera, ma anche al ventaglio di nomine di sottogoverno che ha ancora davanti il neo presidente. È però incontrovertibile che finora la triade Occhiuto-Mangialavori-Cannizzaro, a cui si può affiancare anche la leader regionale di FdI Wanda Ferro, abbia costituito una catena di vertice che lascia ben poco spazio ai vecchi ras e che, soprattutto, gode della fiducia incondizionata dei leader nazionali del centrodestra.

s. p.

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