12 Novembre 2025
15.2 C
Calabria

Regionali Calabria, esplode il caso dei seggi: Comito insidia Pitaro nel derby vibonese. Tutto nelle mani della Corte d’Appello

Il ricalcolo dei “voti validi” può cambiare la geografia del Consiglio regionale. Noi Moderati rischia di scendere sotto la soglia del 4%. In bilico i seggi di Vito Pitaro e Riccardo Rosa. Sperano Comito e Sarica

A pochi giorni dalla chiusura dei verbali elettorali, attorno al voto calabrese torna a montare la tensione. Secondo quanto trapela da ambienti politici, sarebbero in arrivo ricorsi contro l’attuale ripartizione dei seggi per le elezioni regionali del 2025, in particolare per la soglia di sbarramento del 4%. Al centro del dibattito ci sono migliaia di voti dichiarati nulli o non conteggiati che, se riconosciuti come validi, potrebbero alterare il quadro delle percentuali e perfino spostare due seggi.

Il punto è tutt’altro che marginale: la lista “Noi Moderati”, oggi accreditata di due consiglieri regionali, avrebbe superato il quorum del 4% per poco più di un centinaio di voti. Ma se nel calcolo del 4% venissero inclusi anche i voti validi espressi solo per i candidati Presidente — come sostenuto da qualche analisti e da alcune recenti sentenze — la percentuale del partito scenderebbe sotto soglia, fino al 3,86%. E in tal caso i suoi seggi verrebbero riassegnati.

Il nodo tecnico: quanti sono i “voti validi”?

Il totale dei voti validi in Calabria è di 792.731, somma dei consensi ai tre candidati presidente: Occhiuto 453.926; Tridico: 330.813; Toscano: 7.992. Il 4% di tale cifra è 31.710 voti. Secondo il calcolo oggi adottato dal sistema del Ministero dell’Interno (“Eligendo”), la soglia di sbarramento è stata determinata solo sui voti di lista, cioè 759.004. Ma la legge regionale 1/2005 parla di “voti validi conseguiti nella regione” senza specificare se vadano esclusi quelli ai soli presidenti. Proprio su questo punto si fondano i ricorsi.

Come ci spiega Carlo Ranieri, ex funzionario regionale e analista di flussi elettorali: “La legge non chiarisce cosa debba intendersi per voti validi. Se si considerano anche i voti dati solo ai presidenti, cambia la base del 4% e cambia tutto il conteggio”.

I precedenti: dalla Puglia al “caso Alba”

Una linea interpretativa analoga è già stata accolta da una parte della giurisprudenza. Nella sentenza TAR Puglia n. 148/2021 – confermata poi dal Consiglio di Stato – si afferma che il “totale dei voti validi conseguiti nella regione” deve includere anche i voti ai candidati presidente, perché il legislatore “ha inteso valorizzare la rappresentatività complessiva dell’elettorato”. Un orientamento ripreso anche nel cosiddetto “caso Alba” del Consiglio di Stato, secondo cui il concetto di “voti validi” va interpretato in senso ampio, comprendendo tutti i consensi espressi nel turno. In base a questa lettura estensiva, la soglia del 4% calabrese dovrebbe essere calcolata sull’intero corpo dei voti validi, compresi quelli ai soli presidenti. L’effetto pratico sarebbe una leggera riduzione delle percentuali di tutte le liste, ma determinante per chi è sul filo.

Chi rischia e chi spera: il rebus dei seggi

Con il ricalcolo “inclusivo”, Noi Moderati scenderebbe sotto la soglia. I due seggi finora attribuiti al partito verrebbero riassegnati: uno andrebbe, secondo alcune simulazioni, al candidato della Lega Franco Sarica, primo degli esclusi nella circoscrizione Sud; l’altro a Michele Comito, lista Occhiuto Presidente, secondo nella circoscrizione Centro. Proprio Comito, assistito da uno studio legale di Cosenza, avrebbe già chiesto la verifica delle schede e la revisione del calcolo percentuale. Un derby tutto vibonese con Vito Pitaro, primo degli eletti nella lista Noi Moderati che con i suoi 12mila voti ha trascinato il partito di Lupi verso il superamento del quorum secondo quanto stabilito dal sito del Ministero dell’Interno Eligendo. L’entourage di Vito Pitaro che di professione fa l’avvocato e che nel suo staff ha diversi legali che lo sostengono si dice tranquillo e per nulla preoccupato.

l derby tutto vibonese e la tranquillità di Vito Pitaro

Un vero e proprio derby tutto vibonese si gioca anche sul piano politico. Al centro della contesa c’è Vito Pitaro, primo degli eletti nella lista Noi Moderati, che con oltre 12 mila preferenze personali ha trascinato il partito di Maurizio Lupi oltre la soglia del 4%, secondo i dati ufficiali diffusi dal portale del Ministero dell’Interno, Eligendo.

Avvocato di professione, Pitaro guida una delle campagne più strutturate della coalizione, con uno staff composto anche da esperti legali che in queste ore seguono con attenzione gli sviluppi legati all’ipotesi di riconteggio. Dall’entourage del consigliere arriva però un messaggio di serenità assoluta: si dicono convinti che i calcoli del Ministero siano corretti e che il quorum sia stato regolarmente superato. “Il risultato è chiaro – filtrano fonti vicine a Pitaro – e ogni verifica confermerà la piena legittimità dell’elezione”. Nessun allarme, dunque, nelle fila di Noi Moderati, che considerano le contestazioni in arrivo “una fisiologica fase post-elettorale”, come accade spesso quando la distanza tra chi entra e chi resta fuori si misura in poche centinaia di voti.

Il fronte dei “calendiani” e la battaglia nel campo riformista

Ma la partita non finisce qui. Nelle retrovie del centrosinistra si apre infatti un altro fronte, questa volta tutto interno all’area riformista. I “calendiani” Giuseppe Graziano e Francesco De Nisi, entrambi candidati di Casa Riformista – Italia Viva, non intendono rassegnarsi all’esclusione e starebbero valutando – con i rispettivi legali – l’opportunità di eccepire alcune discrepanze nei verbali di sezione.

L’obiettivo sarebbe quello di chiedere un riesame dei voti nelle circoscrizioni centrali, dove pochi scarti potrebbero incidere sulla corretta attribuzione del seggio spettante alla lista. Si tratterebbe, in sostanza, di una verifica formale delle schede e dei verbali per accertare se tutti i voti validi siano stati conteggiati in modo coerente. In questa complessa partita di numeri e interpretazioni, il nome che rischia di finire al centro della contesa è quello di Filomena Greco, leader calabrese di Italia Viva e figura di riferimento per l’area liberal della maggioranza. Greco, eletta proprio sul filo della soglia di rappresentanza, potrebbe vedere messo in discussione il proprio seggio se le verifiche dovessero trovare fondamento. Una vicenda che mette in luce i paradossi di una legge elettorale intricata, che lascia ampi margini interpretativi e rischia di trasformare la competizione elettorale in un vero e proprio campo di battaglia giuridico, dove ogni voto può diventare decisivo e dove le aule dei tribunali finiscono per sostituire quelle delle sezioni.

Gli scenari possibili e il ruolo della Corte d’Appello

A decidere il futuro assetto del Consiglio regionale sarà la Commissione centrale presso la Corte d’Appello di Catanzaro, organo competente per la verifica dei verbali e la proclamazione definitiva degli eletti. In questa fase, i giudici non entrano nel merito politico della disputa ma valutano la correttezza formale dei conteggi, l’applicazione della legge elettorale regionale e l’eventuale presenza di errori materiali o interpretativi nei calcoli trasmessi dagli uffici circoscrizionali.

Se la Corte d’Appello dovesse confermare l’impostazione seguita dal sistema Eligendo, cioè quella che considera solo i voti alle liste per determinare la soglia del 4%, la situazione attuale resterebbe sostanzialmente invariata. In questo caso, eventuali contestazioni potrebbero spostarsi sul piano amministrativo-giudiziario, con ricorsi al Tar Calabria, che diventerebbe il vero arbitro della contesa.

Diverso sarebbe lo scenario qualora la Corte d’Appello accogliesse l’interpretazione più estensiva del concetto di “voti validi”, includendo anche quelli espressi ai soli candidati presidente. In tal caso, il ricalcolo delle percentuali potrebbe determinare una nuova ripartizione dei seggi sia nella maggioranza sia nell’opposizione. Le simulazioni più accreditate ipotizzano uno spostamento di due seggi oggi attribuiti a Noi Moderati verso Occhiuto Presidente e Lega. Ergo: fuori Riccardo Rosa e Vito Pitaro, dentro Michele Comito e Franco Sarica. Una decisione, quella della Corte d’Appello, che si annuncia dunque delicata. Giuridicamente e politicamente.

ARTICOLI CORRELATI

Banner Bookmakers AAMS

ULTIME NOTIZIE