22 Maggio 2025
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San Luca, la mossa shock dell’Antimafia: “Se nessuno si candida, lo faremo noi”

Il paese simbolo della democrazia sospesa è ancora una volta senza candidati. Ma stavolta lo Stato potrebbe entrare in campo in prima persona

San Luca è un caso unico nel panorama politico italiano. Un comune dove la mancanza di candidati non è una questione di disinteresse civico, ma il risultato di un clima di pressioni e intimidazioni. Le cosche locali, grazie a un intreccio di parentele e amicizie che coinvolge politica e gestione amministrativa, hanno reso quasi impossibile la nascita di un’amministrazione autonoma e libera dal controllo mafioso.

Dal 1993, il comune è stato più volte sciolto per infiltrazioni mafiose e affidato a commissioni straordinarie, ma il meccanismo non ha prodotto risultati: San Luca è rimasto in una sorta di limbo istituzionale, incapace di liberarsi dall’ombra della ‘ndrangheta. Anche l’ultima amministrazione, in carica dal 2019 al 2024, non è riuscita a rompere questo gioco di potere. La Commissione parlamentare antimafia, nella sua relazione, evidenzia come gli organi elettivi siano stati incapaci di resistere alle pressioni della criminalità organizzata, favorendo in modo indiretto ritardi nella riscossione dei tributi, omissioni nelle demolizioni delle opere abusive e mancati sgomberi di aree demaniali occupate illegalmente.

L’Antimafia pronta a candidarsi: una rivoluzione politica

Di fronte a questa situazione stagnante, la Commissione parlamentare antimafia ha lanciato una proposta senza precedenti: se nessuno si farà avanti per guidare il comune di San Luca, saranno direttamente i parlamentari dell’Antimafia a candidarsi. La relazione della Commissione parla chiaramente di “fornire spinta e testimonianza concreta”, candidando membri del Parlamento per incoraggiare la comunità locale a partecipare e rompere il muro dell’omertà. Un segnale che potrebbe innescare un meccanismo di fiducia e spingere altre personalità pubbliche e rappresentanti delle istituzioni a offrire il proprio contributo.

Resta da verificare la fattibilità concreta di questa iniziativa, soprattutto per quanto riguarda le modalità di raccolta firme, spesso rese difficoltose dalle dinamiche locali. Ma la Commissione sottolinea come questo passo rappresenterebbe ben più di una testimonianza simbolica: sarebbe un atto di rottura storica contro la sudditanza allo strapotere delle cosche.

Una sfida allo Stato: basta con i commissariamenti inefficaci

Nel documento ufficiale, la Commissione antimafia ammette il fallimento della normativa sugli scioglimenti per mafia. La reiterata applicazione di questo strumento non ha portato a una reale bonifica amministrativa: il comune continua a essere sotto scacco delle famiglie mafiose, e le problematiche strutturali rimangono irrisolte. La candidatura diretta di parlamentari potrebbe essere la svolta, ma non basterà da sola. Servirà un impegno istituzionale più ampio, una presenza dello Stato costante e visibile, e soprattutto un cambiamento culturale tra i cittadini, affinché la democrazia non sia più un lusso irraggiungibile ma un diritto concreto.

San Luca, bivio storico: fine della paura o resa definitiva?

Il tempo delle scelte è arrivato. San Luca è un simbolo dell’Italia che non riesce a liberarsi dai suoi fantasmi, ma è anche un banco di prova per dimostrare che lo Stato non è disposto a lasciare intere comunità ostaggio delle mafie. La domanda ora è una sola: basterà questa provocazione dell’Antimafia a innescare una reazione? O il silenzio continuerà a regnare, lasciando il comune in una eterna sospensione democratica? Il destino di San Luca, e di molte altre realtà simili, è appeso a questa sfida senza precedenti.

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