14 Giugno 2025
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Calabria

Scerbo, il sindaco ribelle che punta alla Regione: “La politica calabrese è fatta di spot, non di risultati”

Il primo cittadino di Marcellinara, Vittorio Scerbo, non esclude la candidatura alle Regionali. Attacca il sistema, denuncia l’assenza dei consiglieri del suo territorio, e lancia proposte per cambiare davvero la Calabria. "Basta calcoli elettorali, servono coraggio e visione"

La superficialità con cui i passeggeri (momentanei) dell’“Astronave” guardano alle realtà territoriali non gli piace per nulla. Per questo, Vittorio Scerbo, effervescente (ma naturale però…) sindaco di Marcellinara, in provincia di Catanzaro, non esclude di concorrere per un seggio al consiglio regionale. È vero, manca ancora molto, tuttavia, come vi dicevamo giorni fa, la dorsale dei primi cittadini delusi dai propri rappresentanti nella massima assise legislativa della Calabria, cresce nei numeri e nelle fibrillazioni.
Diverse sono le riunioni tra amministratori, anche nel centro della Calabria, che autorizzano a credere a qualcosa in via di definizione. “Shairbus”, come taluni chiamano il primo cittadino marcellinarese, per la voglia di volare oltre i confini municipali e per lo spirito di iniziativa che lo anima, nonostante veleggi verso i 3 lustri di mandato, conferma pure che qualcosa si muove. E lancia stilettate, parecchie, sopra, sotto e tra le righe di questa intervista.


1. Sindaco, spesso dal suo comune partono buone pratiche amministrative, ma anche appelli alla politica regionale ad entrare con più incisività nel quotidiano dei cittadini. Questi appelli qualcuno li ha raccolti?

Gli appelli lanciati dal Comune di Marcellinara, purtroppo, non sono mai stati raccolti direttamente da chi avrebbe il dovere istituzionale di ascoltare i territori.
Eppure, continuiamo a far sentire la nostra voce, spesso attraverso azioni concrete e simboliche che vogliono accendere un riflettore sulle storture di sistema ormai evidenti, non solo in Calabria.
L’ultima nostra iniziativa, che ha fatto discutere e ha colpito nel segno, è stata la nomina – ad agosto 2024 – di una giunta composta da 4 assessori, senza addirittura aumentare le spese: anzi abbiamo dimostrato pure di averle ridotte.
Un atto volutamente provocatorio, perché la legge Delrio prevede per un comune delle nostre stesse dimensioni un numero di 2 assessori, ma, al tempo stesso, perfettamente in linea con il Testo Unico degli Enti Locali, il quale all’articolo 47 prevede ancora che il numero degli assessori non superi un terzo dei consiglieri, arrotondato aritmeticamente, includendo nel computo anche il sindaco.
Questa scelta ha voluto denunciare, con forza e con fatti, l’anacronismo e i danni prodotti dalla legge Delrio, che ha azzoppato la governance locale.
La mancanza di coordinamento normativo ha reso possibile la nostra azione, tanto che il TAR Calabria ha dichiarato inammissibile e improcedibile il ricorso presentato dalla minoranza consiliare, supportata anche da qualche consigliere regionale di Fratelli d’Italia.
Oggi, grazie anche a questo gesto partito da Marcellinara (e condiviso da altri comuni come Paterno Calabro, con la coraggiosa collega Lucia Papaianni), siamo i primi in Italia ad aver superato de facto la Delrio.
E cosa troviamo adesso in Parlamento? Una proposta di legge – a firma Forza Italia – per portare ufficialmente da 2 a 4 il numero di assessori nei comuni fino a 3.000 abitanti, e da 4 a 6 nei comuni tra 3.000 e 10.000 abitanti.
Una bella soddisfazione per un piccolo comune che, ancora una volta, dimostra come si possa fare innovazione amministrativa con coerenza, competenza e coraggio“.


2. Lei ha già avuto modo di cimentarsi in un progetto politico di respiro regionale, ci riproverà, e se sì con chi?

Quel progetto politico a cui partecipai nacque dal basso, con l’ambizione di rompere gli schemi di un sistema che, da troppo tempo, si autoalimenta senza rispondere ai reali bisogni dei calabresi.
Purtroppo, quel sogno si è infranto nel momento in cui si è pensato di allargare le braccia a chi quel sistema lo aveva incarnato, senza mai aver prodotto una reale discontinuità, né politiche regionali incisive.
In questi anni in Consiglio regionale non si è vista una vera opposizione: e senza opposizione non si costruisce un’alternativa seria. Non si può pensare di inventarla da un giorno all’altro.
Tuttavia, come sto dicendo ad alcuni amici, la guerra interna – sotterranea ma sempre più evidente – tra le tre forze che oggi governano la Regione, potrebbe innescare un fuoco amico pericoloso.
E proprio da quei dissidi potrebbe nascere uno spiraglio.
Potrebbe essere l’occasione giusta per costruire, con pazienza e visione, un progetto di lungo respiro che sappia ridare dignità alla gestione della “cosa pubblica”, ricostruendo una comunità politica pensante, capace di dettare temi e agenda, con lo sguardo rivolto ai tanti bisogni reali della nostra terra e della nostra gente.
In quel caso, come si suol dire… mai dire mai“.


3. Che idea si è fatto del rendimento dei consiglieri regionali espressi dal suo territorio, più in generale dalla zona centrale della Calabria?

Chi li ha visti a Marcellinara? La domanda potrebbe sembrare ironica, ma purtroppo è tristemente reale. I rappresentanti regionali espressi dal nostro territorio, e più in generale dalla zona centrale della Calabria, si sono contraddistinti per una latitanza istituzionale imbarazzante. Probabilmente questo atteggiamento ostile nei confronti di Marcellinara nasce anche da una certa frustrazione politica: non è un mistero che uno dei consiglieri regionali oggi in carica sia del luogo e abbia cercato, nel 2019, di sostituirmi candidandosi alla carica di sindaco, senza riuscirci. Comprensibile, forse, il risentimento… ma i cittadini non si governano con i risentimenti personali. Eppure, Marcellinara meriterebbe ben altra attenzione. Per la sua posizione strategica, dovrebbe essere uno dei punti nodali dello sviluppo dell’area centrale della Calabria.
Invece, cosa accade? Con i fondi del PNRR si sta riammodernando la tratta ferroviaria Catanzaro-Lamezia Terme, si elettrifica la linea, si parla di modernità e intermodalità… e alla fine dei lavori non è nemmeno prevista la fermata alla stazione di Marcellinara.
Un territorio oggi è competitivo se ha servizi, infrastrutture, collegamenti.
Senza questi, si resta indietro. Il nostro Consiglio Comunale ha approvato una petizione per chiedere l’inserimento della fermata. Mi auguro che l’assessore regionale ai trasporti voglia ascoltare questa richiesta di buon senso. Per ora, da parte della Regione, abbiamo ricevuto solo qualche “elemosina”, più per senso di vergogna piuttosto che per un pensiero vero rivolto allo sviluppo del territorio. Questo è, in fondo, il simbolo del fallimento della politica regionale calabrese: assenza di visione, incapacità di incidere, promesse senza progettualità. Non sei della cordata? Sei da affossare, a prescindere dal fatto che tu possa portare del bene ad un territorio ed alla sua comunità! Noi, come amministrazione comunale, ci siamo rimboccati le maniche: grazie alla buona progettazione, con il PNRR abbiamo portato diversi milioni di euro su Marcellinara. Ma dalla Regione aspettiamo ancora segnali concreti, su tanti fronti. Ci sarà tempo per rimediare in questo scorcio di legislatura? Vedremo… ma è difficile.


4. Quali interventi legislativi si sente di sollecitare al parlamentino calabrese?

Più che interventi legislativi specifici, credo sia urgente sollecitare un cambio di passo culturale e politico. In Calabria abbiamo assistito per troppo tempo a una politica fatta di spot, slogan, conferenze stampa e pochissimi risultati. Gli annunci si sono puntualmente scontrati con una realtà che resta dolente, fragile, spesso abbandonata a se stessa.
Attenzione a non esultare troppo per qualche migliaio di turisti in più arrivati per una festività. Ben vengano, certo, ma se non abbiamo servizi turistici all’altezza, se siamo ancora anni luce indietro rispetto ad altre realtà anche vicine, quel turismo resta occasionale, non strutturale. E intanto centinaia di migliaia di giovani continuano ad abbandonare per sempre la Calabria: oltre 100.000 in dieci anni. Questo dovrebbe farci riflettere molto più di un record temporaneo di presenze per un “ponte” festivo.
Serve un piano straordinario per il lavoro, e per farlo occorre finalmente mettere a terra le risorse che abbiamo ma che rimangono congelate senza motivo.
Oggi la Calabria è tristemente ferma: solo l’1% di avanzamento nei pagamenti e il 3% negli impegni di spesa per il programma comunitario 2021-2027 – siamo nel 2025, è bene ricordarlo! Su oltre 2 miliardi, ne sono stati spesi appena 30 milioni.
Dati pubblici che dovrebbero far sobbalzare qualunque classe dirigente degna di questo nome. Occorre più coraggio, più visione, meno calcoli elettorali. Perché pensare alle urne oggi rischia di farci perdere tempo, e le nostre comunità non possono permetterselo.
Le “abbuffate” di bandi pre-elettorali hanno sempre prodotto più indigestione che sviluppo, drogando il sistema e lasciando in dote solo scarsi risultati.
E cosa dire della scelta di accettare in silenzio che una parte dei fondi europei destinati allo sviluppo siano stati dirottati sul Ponte sullo Stretto?
Nessuna voce forte, nessuna difesa del diritto delle nostre comunità a servizi, infrastrutture e dignità. Nel frattempo, in sanità siamo in piena emergenza: i fondi del PNRR per l’ammodernamento tecnologico e l’edilizia sanitaria sono in forte ritardo, mancano medici, mancano strutture, e ringraziamo i medici cubani che ancora oggi tengono in vita i nostri pronto soccorso. Ma strutturalmente, cosa si sta facendo? Poco o nulla. Basta chiamare un CUP per rendersi conto dei tempi di attesa anche per una visita “urgente”. Quello che serve è una politica regionale che guardi ai dati reali, non ai titoli di giornale. Che ascolti i territori e metta al centro persone, diritti, e futuro.
Non è troppo tardi per cambiare rotta. Ma il tempo a disposizione è ormai scaduto per questa legislatura.

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