Chiusa la fase congressuale del Partito Democratico, ritornano al centro del dibattito politico le prossime elezioni regionali. In questo contesto, alla luce di quello che sta avvenendo a livello nazionale, a catalizzare lโattenzione dellโopinione pubblica sono i nuovi rapporti instaurati tra FI ed Udc.
La decisione dei massimi vertici dello scudo crociato di rinunciare al patto federativo con la Lega per avviare un nuovo flirt con Forza Italia rappresenta un tema intorno al quale, per le implicazioni che potrebbe avere nellโottica delle prossime regionali, sta facendo molto discutere e, con riferimento a quel che ci riguarda piรน da vicino, bisogna chiedersi quali saranno gli effetti del riavvicinamento tra Cesa e Tajani nella provincia vibonese.
Occorre partire da un dato di fatto: mentre Forza Italia sta vivendo un periodo di stasi, caratterizzato dal totale immobilismo del responsabile provinciale Michele Comito e dallโinteressato disimpegno dell’onorevole Giuseppe Mangialavori, lโUdc, al contrario, sta dimostrando, grazie allโopera di Salvatore Bulzomรฌ e Stefano Luciano โ responsabile regionale il primo e provinciale il secondo โ un notevole dinamismo, che ha consentito al partito di radicarsi e strutturarsi non solo nel comune capoluogo, ma anche nei piรน importanti centri della provincia.
Comito, Mangialavori e il ritorno di Pitaro
Stando cosรฌ le cose, riteniamo che, qualora alle prossime regionali i due partiti decidessero di comporre unโunica lista, salterebbero o diverrebbero piรน complesse quelle strategie sotterranee, che ormai tali non sono, miranti โ attraverso lโindebolimento di Forza Italia e del suo candidato naturale (lโuscente Comito) โ da un lato alla riconquista della leadership del partito da parte di Mangialavori e, dallโaltro, a fornire maggiori chance di successo a Vito Pitaro, ormai da anni mentore del parlamentare. Per comprendere al meglio lo โstravolgimentoโ che unโeventuale lista unica tra FI e Udc comporterebbe per le strategie dei due politici e per dare un senso allโintreccio di interessi trasversali di cui sopra โ i quali altrimenti potrebbero apparire, ai non addetti ai lavori, delle ipotesi fantasiose โ bisogna necessariamente ricordare quelli che sono i rapporti di interessenza politica tra Mangialavori e Pitaro.
Il proficuo connubio รจ documentato fin dallโepoca in cui il primo aspirava ad una candidatura al Senato con Forza Italia, poi ottenuta, ed il secondo era capo struttura del consigliere regionale del Partito democratico Michele Mirabello e pianificava, con lโaiuto del futuro senatore, di poter accedere a palazzo Campanella, obiettivo anche questo poi raggiunto.
Il patto di mutuo soccorso e la caduta di Costa
Sullโaltare di tali rapporti ed interessi politici fu sacrificato lโesecutivo guidato dal sindaco Costa, il quale mai avrebbe sostenuto la candidatura di Pitaro a consigliere regionale. Caduto Costa, dallโaccordo tra i due politici nacque lโesecutivo Limardo, il quale, al contrario, si mobilitรฒ in favore di Pitaro. La sinergia tra la mobilitazione di cui si รจ detto e la predisposizione di una lista ad hoc da parte dellโallora senatore Mangialavori, nel frattempo divenuto anche coordinatore regionale di FI, risultรฒ determinante per lโelezione di Pitaro alla regione.
In sostanza si tratta di un rapporto che poggia su un ferreo patto di mutuo soccorso, nella consapevolezza che lโuno non esisterebbe senza lโaltro, e che oggi, mutatis mutandis, mira a riportare Pitaro agli allori di uno scranno regionale.
Luciano, la lista unica e il cono dโombra
Ciรฒ posto, lโinaspettato riavvicinamento tra FI ed Udc a livello nazionale rischia di vanificare strategie e sforzi posti in essere in tale direzione, atteso che lโeventuale lista unica tra i due partiti, per il sol fatto di โcostringereโ Mangialavori a sedersi allo stesso tavolo decisionale con il segretario provinciale dellโUdc Luciano, e non piรน solo con Comito โ la cui ingenuitร politica ha consentito al parlamentare il raggiungimento degli obiettivi confessabili e non confessabili โ renderร tutto piรน complicato.
Luciano conosce molto bene, per averlo vissuto sulla propria pelle allโepoca della candidatura della Limardo, il modus operandi di Mangialavori e pertanto gli sarร agevole fare luce in quel cono dโombra nel quale nascono le strategie del parlamentare, costringendo questโultimo ad assumere una posizione chiara sul candidato da condividere al fine di impedirgli di defilarsi ed imputare ad altri la responsabilitร dellโeventuale sconfitta, magari scaturita proprio dallo spostamento del suo bagaglio di voti verso Pitaro, come รจ avvenuto in occasione delle comunali con lโutilizzo del voto disgiunto in danno a Cosentino.



