“In Calabria la situazione della Continuità Assistenziale – cioè il servizio della ex Guardia Medica – è drammatica”, denuncia senza mezzi termini Cosmo De Matteis, presidente nazionale emerito del Sindacato Medici Italiani (SMI).
Secondo l’Accordo Collettivo Nazionale, la continuità assistenziale dovrebbe essere garantita da un medico ogni 5.000 abitanti. In pratica, una postazione ogni 20.000 persone. “Ne servirebbero almeno 100 in tutta la regione, ma siamo molto al di sotto, con intere zone completamente sprovviste del servizio”, afferma De Matteis.
Pronto soccorso al collasso: “Cittadini senza alternative”
“Le aree interne del nostro territorio sono abbandonate. I cittadini sono costretti a ricorrere ai Pronto Soccorso, che sappiamo bene quanto siano in difficoltà per carenza di mezzi, medici e personale”, prosegue De Matteis. La guardia medica, come previsto, dovrebbe intervenire in orari serali, notturni e festivi, per quei casi che non possono attendere l’apertura degli ambulatori dei medici di base. “Ma i medici di guardia sono sempre più rari – denuncia – e spesso le postazioni vengono sospese per mancanza di personale”.
Donne medico a rischio: “Costrette a farsi accompagnare”
Particolarmente grave la condizione per le dottoresse. “In Calabria, le donne medico sono costrette a farsi accompagnare da parenti, perché in molte zone non ci sono più stazioni delle forze dell’ordine. Una situazione inaccettabile sul piano della sicurezza personale, che disincentiva la disponibilità a prestare servizio”, sottolinea De Matteis.
Il nodo irrisolto della rete territoriale
Alla base del problema, secondo lo SMI, ci sono carenze storiche della rete sanitaria territoriale. “Senza un rafforzamento della medicina del territorio, la continuità assistenziale non può funzionare. Oggi non ci sono più le condizioni minime per garantire un servizio capillare”, ribadisce De Matteis.
Azione legale in vista: “Pronti a tutto per salvare il servizio”
Il Sindacato Medici Italiani si prepara a una vertenza contro la Regione Calabria. “Vogliamo rilanciare il servizio e valuteremo tutte le azioni, anche ricorsi legali, per non far mancare il presidio notturno ai cittadini”, avverte il presidente emerito dello SMI.
La richiesta alla Regione: “Fornite i numeri reali”
Infine, un appello diretto alla giunta regionale: “Chiediamo alla Regione Calabria di rendere pubblici i dati sugli accessi notturni e festivi presso le postazioni di guardia medica. Solo così si potrà comprendere la reale utilità sociale di questo servizio”, conclude De Matteis.