20 Aprile 2025
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Pausa pranzo per i sanitari, un diritto negato. Il Coina denuncia: “il recupero psico-fisico è sacrosanto”

Il segretario nazionale del Coina, Marco Ceccarelli, denuncia le difficoltà che i professionisti sanitari affrontano per godere di una pausa dignitosa a causa di norme restrittive e tempi ridotti

La pausa pranzo dovrebbe essere un diritto garantito per tutti i lavoratori, ma per i professionisti sanitari rischia di trasformarsi in un lusso irraggiungibile.
Le nuove disposizioni adottate da alcune aziende sanitarie impongono restrizioni che penalizzano infermieri e operatori della salute, costringendoli a vivere la pausa come una “corsa contro il tempo”.

Il monito del Coina: rispetto per i professionisti della salute

Marco Ceccarelli, segretario nazionale del Coina – Sindacato delle professioni sanitarie, denuncia con forza la situazione: “La salute dei pazienti è fondamentale, è sacrosanta, ma anche quella dei professionisti sanitari merita assoluto rispetto. Non possiamo accettare che il diritto alla pausa venga ridotto a un’illusione”.
Le attuali disposizioni impongono agli infermieri di togliersi la divisa prima di accedere alla mensa, fare la fila, mangiare velocemente e rivestirsi, il tutto in soli 30 minuti. Una situazione insostenibile che rischia di privare la pausa del suo vero significato.

Proposte per un cambiamento concreto

“Se il mio tempo di pausa viene impiegato per vestirmi e svestirmi, cosa resta della pausa stessa? Nulla. Una mera illusione.”
Per risolvere il problema, il Coina propone soluzioni pratiche: buoni pasto per tutti, senza restrizioni, così che ogni operatore possa scegliere dove e come mangiare; inclusione del tempo di vestizione e svestizione nell’orario di lavoro, senza sottrarlo alla pausa.

La salute dei sanitari conta quanto quella dei pazienti

In molti ospedali, la mensa è distante dai reparti, obbligando il personale a sacrificare parte del loro tempo di riposo. Le aziende sanitarie devono garantire il benessere dei lavoratori tanto quanto quello dei pazienti.
I professionisti sanitari non sono atleti olimpici impegnati in una corsa al record: la pausa è un diritto fondamentale e va rispettata” conclude Ceccarelli.
Il Coina invita le aziende sanitarie a prendere decisioni responsabili per tutelare il diritto alla pausa dei professionisti della salute.

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