13 Luglio 2025
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Calabria

Sanità di montagna, nasce una proposta di legge popolare per un’Azienda ospedaliera unica

Il progetto prevede di trasformare gli ospedali di Acri, San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno e Soveria Mannelli in presìdi di rete Spoke

È in programma per venerdì 27 giugno alle ore 10, presso le 109 Officine di via Pasquale Cerra 5, a ridosso dell’uscita autostradale di Lamezia Terme, la conferenza stampa di presentazione di una proposta di legge regionale di iniziativa popolare per la creazione di una Azienda ospedaliera unica che unifichi i presìdi sanitari di Acri, San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno e Soveria Mannelli. A illustrare i dettagli del progetto sarà il dottor Tulio Laino, medico oggi in pensione, affiancato dagli esponenti del comitato civico “La cura”, nato per promuovere l’iniziativa. Il comitato è composto da attivisti civici e sociali provenienti dalle quattro comunità coinvolte.

Un nuovo modello per gli ospedali di montagna

L’obiettivo della proposta è superare l’attuale configurazione dei presìdi montani, oggi spesso ridotti a semplici punti di stabilizzazione, privi delle attrezzature necessarie per far fronte a emergenze e patologie a bassa e media complessità. Il progetto prevede di trasformare i quattro ospedali in presìdi di rete Spoke, dotati di unità operative complesse di: Medicina, Chirurgia, Ortopedia, Terapia intensiva, Cardiologia con Utic, Ginecologia, Emodinamica e Pronto soccorso.

Critiche al modello attuale: “deprivazione sistemica”

Nel testo della proposta si denuncia una vera e propria “deprivazione assistenziale sistemica“, determinata da criteri economici e demografici che penalizzano le aree interne. Tali criteri, secondo i promotori, ignorano la fragilità sociale, le difficoltà viarie e il tasso elevato di cronicità presente in questi territori. La nuova Azienda ospedaliera regionale, dotata di personalità giuridica pubblica e autonomia imprenditoriale, dovrebbe essere formalmente istituita entro il 30 giugno 2026 e divenire operativa dal 1° luglio dello stesso anno. “È una proposta che nasce dal basso – spiegano i promotori – per dare risposte concrete a oltre 100mila cittadini che oggi vivono in territori abbandonati dalla programmazione sanitaria, dove la salute è diventata una questione di distanza, reddito e fortuna”.

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