Il sistema sanitario italiano presenta ancora profonde disuguaglianze tra le regioni, come emerge chiaramente dalla XIIIª edizione dello studio sulle “Performance regionali” condotto da C.R.E.A. Sanità (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”). Lo studio, che sarà presentato a Roma il 2 luglio, analizza le opportunità di tutela della salute offerte ai cittadini in tutta Italia, avvalendosi del contributo di un panel di 107 stakeholder del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
I dati sono eloquenti: “La regione più performante, il Veneto, raggiunge una performance massima del 55% del massimo teoricamente ottenibile, mentre la Calabria, ultima in classifica, si attesta al 23%.” Questa “distanza dai livelli ottimali riflette una crescente aspettativa degli stakeholder, che richiedono standard sempre più elevati”. Se la soddisfazione per i migliori risultati fosse stata “piena”, la performance del Veneto avrebbe raggiunto il 69% del massimo. Questo evidenzia non solo un problema di efficienza, ma anche una sfida crescente nel rispondere alle aspettative di cittadini e operatori.
Miglioramento e riduzione del fap nel Mezzogiorno
Nonostante il divario persistente, lo studio C.R.E.A. Sanità anticipa anche notizie positive. “Nel periodo 2019-2024,” si legge nella ricerca, “si è comunque registrato un miglioramento dell’indice complessivo di performance”. Ancora più incoraggiante è la constatazione che “le analisi hanno anche rilevato come il gap tra le Regioni più performanti e quelle meno performanti si stia riducendo, ciò è attribuibile principalmente al fatto che i miglioramenti hanno interessato in particolare le regioni del Mezzogiorno e del Centro”.
Questo trend suggerisce che, pur partendo da posizioni di svantaggio, le regioni del Sud, inclusa la Calabria, stanno compiendo passi avanti significativi nel tentativo di allinearsi agli standard delle regioni più avanzate. I risultati complessivi mostrano un “quadro complesso”, caratterizzato da un aumento delle aspettative sia degli stakeholder che dei cittadini, e da una chiara correlazione positiva tra la performance dei servizi sanitari e il livello di soddisfazione dei cittadini. Interessante notare anche una “correlazione positiva, ma meno forte” tra la Performance e la qualità di vita percepita.
Qualità della vita percepita: oltre i numeri della sanità in Calabria
Un aspetto particolarmente rilevante emerso dallo studio riguarda la percezione della qualità della vita legata alla salute. È stato rilevato che questa è “meno strettamente” connessa alla performance effettiva dei sistemi sanitari regionali. Un dato sorprendente è che “alcune regioni del Sud, pur avendo livelli di performance sanitaria bassi, registrano una qualità della vita più alta rispetto a altre Regioni più performanti”.
Questo fenomeno, che potrebbe sembrare paradossale, conferma che la qualità della vita percepita è un concetto multidimensionale, influenzato da fattori che vanno ben oltre i servizi sanitari. Elementi come il contesto culturale, educativo e ambientale, insieme alle diverse aspettative dei cittadini che variano in base al contesto socio-economico, giocano un ruolo fondamentale. Questo spunto offre una prospettiva più ampia sulla salute e il benessere delle popolazioni regionali, suggerendo che un approccio olistico è necessario per comprendere appieno le dinamiche del territorio.