Si è tenuto presso l’Auditorium dell’Ordine dei Medici, a Reggio Calabria, un importante evento scientifico sul tema: “Frontiere diagnostiche e terapeutiche nel tumore mammario”, durante il quale è stata valorizzata l’esperienza della Breast Unit del Grande Ospedale Metropolitano (GOM) “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria.
A Reggio diagnosi e terapia all’avanguardia
Dopo i saluti iniziali del dottor Antonino Zema, il dottor Marco Tescione, dirigente medico Uoc Terapia Intensiva e Anestesia, ha sottolineato l’importanza della sinergia interaziendale basata su una visione multidisciplinare, con l’obiettivo di assicurare il massimo livello di assistenza al paziente oncologico. “In poco più di un anno – ha dichiarato – abbiamo dato forma a un progetto che ha trasformato la Breast Unit in una struttura d’eccellenza, paragonabile alle migliori realtà nazionali. Anche a Reggio Calabria oggi si può ricevere una diagnosi e una terapia all’avanguardia”.
Sottolineata l’importanza degli screening
Il dottor Pietro Arciello, Direttore f.f. di Radiologia, ha evidenziato gli ottimi risultati raggiunti, tra cui l’aumento delle prestazioni diagnostiche: mammografie, ecografie, risonanze magnetiche, biopsie. “L’adesione ai programmi di screening è fondamentale. I cittadini devono sapere che possono affidarsi a noi con fiducia”. La direttrice generale dell’Asp, Lucia Di Furia, ha rimarcato l’importanza della diagnosi precoce e ha ricordato che tutte le prestazioni sono gratuite: “Abbiamo avviato una campagna di screening itinerante che coinvolge diverse aree interne, per portare prevenzione anche nei comuni più periferici”.
“Non c’è più bisogno di emigrazione sanitaria”
A fare eco, la case manager Antonella Sapone e la dottoressa Carmela Falcone, le quali hanno ribadito che la rete tra ospedale e territorio consente tempi rapidi e risposte concrete. Chiude l’incontro il dottor Salvatore Costarella, direttore sanitario aziendale: “La nostra è una realtà organizzata, capace di competere con le eccellenze italiane. Non c’è più bisogno di emigrazione sanitaria: il percorso terapeutico per il tumore alla mammella qui è completo, qualificato e umano”.