Domenica scorsa, il Pronto soccorso dell’ospedale di Vibo Valentia è stato teatro di una situazione critica che ha suscitato l’indignazione della dottoressa Alessia Piperno, medico del servizio di emergenza-urgenza 118 e delegata provinciale del Sindacato medici italiani. Sei mezzi di soccorso bloccati nel piazzale interno dell’ospedale hanno lasciato l’unica ambulanza medicalizzata a disposizione per tutta la giornata, con un impatto diretto sulla sicurezza e sull’efficienza dei servizi sanitari del territorio. Per la Piperno, la situazione è il riflesso di una gestione sanitaria che manca di soluzioni concrete e reali, nonostante le continue dichiarazioni di dirigenti, politici locali e regionali.
Il codice rosso sanitario
La dottoressa Piperno non esita a definire quanto accaduto come un vero e proprio “codice rosso sanitario”, un’emergenza che richiede un intervento immediato. La sanità in Calabria, secondo quanto evidenziato dalla Piperno, non riguarda più le divisioni politiche tra destra e sinistra, ma è un problema che riguarda tutti i cittadini. “Se qualcosa si vuole recuperare”, afferma, “continuare a fare politica non porterà a nulla.” La necessità di una risposta concreta da parte delle istituzioni è ormai urgente.
La centrale operativa unica 118: un sistema insostenibile
Un altro nodo cruciale sollevato dalla Piperno è la gestione della centrale operativa unica 118, un sistema che, secondo il medico, sta creando difficoltà enormi. Sei infermieri sono chiamati a gestire le chiamate d’emergenza di tutta la regione, con numeri impressionanti: quasi 25.000 chiamate in appena 55 giorni. Questo significa che ogni operatore ha circa 30 secondi per rispondere a una richiesta di soccorso, una situazione che non può garantire un servizio adeguato. La Piperno sottolinea l’assurdità di questo sistema, che prevede anche che operatori di Vibo Valentia o Reggio Calabria debbano coprire turni a Catanzaro, a più di un’ora di distanza dalle loro sedi. Per migliorare la gestione dell’emergenza-urgenza regionale, la Piperno propone il ripristino delle centrali operative 118 nei presidi locali come Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria, per migliorare l’efficienza dei soccorsi.
Il caso dei tablet non funzionanti nelle Pet 118
Un altro esempio di inefficienza nella sanità calabrese riguarda i tablet forniti alle Pet 118. Questi dispositivi, che avrebbero dovuto permettere una comunicazione rapida ed efficace con le Unità operative di Pronto soccorso, sono rimasti fermi e inutilizzati per più di un anno. Nonostante le promesse iniziali, i collegamenti tra i mezzi di soccorso e i pronto soccorso regionali sono ancora lontani dall’essere operativi, mettendo a rischio la tempestività e la qualità dell’assistenza sanitaria.
La gestione illogica dei soccorsi: il caso della frattura di femore
Piperno denuncia anche l’assurdità della gestione dei soccorsi a livello regionale, facendo l’esempio di un caso ricorrente a Vibo Valentia: la frattura di femore. Sebbene la diagnosi possa essere fatta già sul territorio, i pazienti vengono comunque trasferiti al Pronto soccorso di Vibo Valentia per esami diagnostici, nonostante l’ospedale non disponga di posti letto per il trattamento. Una volta confermata la frattura, il paziente è costretto a un secondo trasporto verso un altro presidio, aggravando inutilmente il carico di lavoro del Pronto Soccorso e aumentando il disagio per il paziente, che deve affrontare un lungo e doloroso viaggio da un ospedale all’altro.
Una sanità che va cambiata, ma solo con la collaborazione di tutti
La dottoressa conclude il suo sfogo con un’osservazione fondamentale: “Solo collaborando tutti, ma proprio tutti, si potranno trovare soluzioni concrete.” La crisi della sanità calabrese non può essere risolta da singole voci isolate o da politiche che non tengano conto della realtà quotidiana dei professionisti e dei pazienti. L’appello di Piperno è chiaro: è necessario un cambiamento radicale, che parta dalla consapevolezza della situazione attuale e dalla volontà di lavorare insieme per una soluzione che vada oltre le divisioni politiche.